Primarie Usa, Trump vince in 5 stati. Clinton vede nomination, Sanders si arrende
Donald Trump e Hillary Clinton sempre più in corsa verso la Casa Bianca dopo il super martedì di voto alle primarie Usa in Maryland, Delaware, Pennsylvania, Connecticut e Rhode Island. Il tycoon di New York le conquista tutte e si autodefinisce "presunto candidato": "Ted Cruz e John Kasich – i suoi rivali ndr – devono proprio andare a casa", ha detto dal palco. Poi Trump ha attaccato la Clinton, che vede sempre più come sua sfidante definitiva. "Se Hillary forsse un uomo non prenderebbe più del 5% dei voti", ha detto, aggiungendo che se l'ex first lady diventasse presidente "sarebbe orribile. Si guardi a Bengasi, alla Siria. Non ha la forza per fronteggiare la Cina". Di se stesso, invece, dice di essere "un unificatore".
All'accusa lanciata da Trump, Clinton risponde dal palco di Filadelfia: "Se combattere per il diritto alla salute delle donne, per la parità salariale e per permessi retribuiti per le donne vuol dire giocare la "Woman's card", beh allora io la gioco!"
"Uniremo il nostro partito per vincere queste elezioni", aggiunge Hillary e poi promette di tornare a Filadelfia a luglio, quando si terrà la convention democratica che proclamerà ufficialmente il candidato per la Casa Bianca, "con la maggioranza dei voti e dei delegati vincolati".
All'indomani del trionfo di Hillary Clinton nel supertuesday del Nordest, Bernie Sanders ammette che la gara per la nomination è finita e che non riuscirà ad ottenere abbastanza delegati per battere la rivale. Il senatore del Vermont, però, non ha alcuna intenzione di abbandonare la corsa, e spiega che rimarrà "fino all'ultimo voto". L'obiettivo è andare alla Convention democratica di Filadelfia con il maggior numero di delegati possibile "a combattere per una piattaforma progressista del partito".