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Perdi sempre al Gratta e Vinci? Se fai ricorso puoi ottenere il rimborso

Altre tre sentenze hanno ordinato il rimborso a quei giocatori incalliti che non hanno mai vinto un euro al Gratta e Vinci.
A cura di D. F.
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Tre settimane fa una sentenza del giudice di pace di Vallo della Lucania, in provincia di Salerno, ha fatto molto discutere: veniva infatti ordinato il rimborso a un giocatore compulsivo di Gratta e Vinci poiché i tagliandi non riportavano nessuna avvertenza sui rischi correlati al gioco. Ebbene, anche se nessuno l'avrebbe mai detto quella sentenza sta facendo scuola: altri tre magistrati infatti nelle ultime settimane hanno – sempre in Campania – condannato i Monopoli di Stato e le Lotterie a risarcire gli scommettitori non baciati dalla Dea Bendata.  Anche in questi casi sarebbe stata violata una norma del 2013 che, così come accade per i pacchetti di sigarette, deve mettere in guardia il consumatore sui pericoli che sta correndo.

Le tre sentenze, che stanno facendo discutere non poco, sono state emesse a Mercato San Severino, Cava de’ Tirreni e Salerno. Nel primo caso il giocatore ha fatto 250 tentativi di vincita, tutti andati a vuoto; nel secondo è stata inutilmente tentata la sorte per 60 volte; nel terzo, invece, è stata investita in "grattini" una somma di 650 euro. Tutti "capitali" che le agenzie di Stato che amministrato le lotterie dovranno presto restituire dal momento che sui tagliandi non era stata scritta la probabilità di vincita della scommessa. Non solo, sui "Gratta e Vinci" erano assenti anche gli avvertimenti connessi alla ludopatia: prescrizioni stabilite dal decreto Balduzzi del 2013 e correttamente messe in atto solo a partire da quest'anno.

Le tre sentenze tuttavia non trovano tutti d'accordo: secondo l'Agimeg (l’agenzia del mercato del gioco), "le probabilità di vincita sono sempre state disponibili nei punti vendita e sul sito dei monopoli di Stato e del Concessionario, cui i tagliandi ‘gratta e vinci' rinviano, secondo le disposizioni della legge Balduzzi. Il Gratta & Vinci è una sorta di ‘tagliando al portatore' quindi non nominativo e si possono tranquillamente raccogliere da amici, parenti e nei cestini di qualsiasi ricevitoria dove vengono gettati. Insomma attribuire ad una specifica persona l’acquisto di tagliandi è di fatto impossibile".

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