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Papa Francesco: “I preti sono stanchi, ma non si può cadere nel catastrofismo”

Bergoglio ha aperto la 66esima assemblea generale della Cei: “Lo scandalo della divisione deturpa il volto della Chiesa. Dobbiamo stare dalla parte di disoccupati e migranti”.
A cura di B. C.
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Papa Francesco fa un appello al Paese affinché non cada “nel catastrofismo”. In particolare si rivolge ai vescovi  perché stiano ”dalla parte di disoccupati e precari”. Il Pontefice ha concluso così il suo discorso davanti all'assemblea generale della Cei, la Conferenza Episcopale italiana, nell'Aula del Sinodo in Vaticano, con un appello a fare di questa assemblea “una esperienza di comunione e di sinodalità” e chiedendo preghiere “soprattutto – ha detto – alla vigilia di questo viaggio che mi vede pellegrino a Amman, Gerualemme e Betlemme, a 50 anni dal pellegrinaggio di Paolo VI. Partecipe e solidale alle popolazioni che abitano la terra benedetta in cui nostro Signore è vissuto, morto e risorto”.

Il Papa ha puntato l'attenzione sulle vociferate divisioni all'interno dell'Assemblea: "Un giornale ha scritto dei membri della presidenza Cei: questo è del Papa, quello no. Ma la presidenza sono tutti uomini del Papa – ha precisato -. La stampa delle volte inventa tante cose", e ha ribadito l'importanza di essere uniti per guidare il popolo della Chiesa: "A noi guarda il popolo fedele, il popolo ci guarda, ricordo il film ‘I bambini ci guardano' (film di Vittorio De Sica, ndr), per essere aiutato a cogliere il proprio quotidiano". Ha poi invitato a rivolgere “un abbraccio accogliente ai migranti che fuggono dalla persecuzione e dalla mancanza di futuro”. E ha lanciato un monito alle “divisioni che deturpano il volto della Chiesa”.

Francesco si è poi rivolto ai vescovi, ammettendo che “sono spesso provati dalla fatica del ministero e a volte sono scoraggiati”. Quindi ha chiesto loro di puntare “ad assicurare loro vicinanza e comprensione”. E ha messo in guardia da alcune “tentazioni” come “l'accecamento da invidia, l'ambizione che genera consorterie, correnti e settarismi” e il “ripiegamento di chi va a cercare nel passato le certezze perdute”.

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