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Padiglione vaticano all’Expo, il rapporto tra offerte dei fedeli e le spese è di 1 a 20

Raccolti 150mila euro di offerte, ma l’opera e la sua gestione sono costate almeno venti volte tanto, attorno ai tre milioni di euro.
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Padiglione

I visitatori del padiglione del Vaticano all’Expo di Milano hanno donato spontaneamente 150mila euro, che saranno impegnati “per sostenere le comunità di sfollati e rifugiati in Giordania.” Lo ha affermato il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura e commissario del padiglione della Santa Sede a Expo, chiarendo che i fondi saranno messi nella diretta disponibilità di papa Francesco. “La Santa Sede con questo Padiglione – ha aggiunto il cardinale – ha voluto sviluppare due dimensioni da una parte il pane che è sulle mense, uno dei grandi simboli del nutrimento universale. La dimensione dell’assenza di questo pane sulle tavole, la fame del mondo, è stato il primo tema. Dall’altra parte si è voluta evocare l’altra frase ‘Non di solo pane’ ricordando la dimensione più spirituale e culturale che il cibo comporta. E’ per questo motivo che molti hanno riconosciuto che il padiglione della Santa Sede è stato forse quello che più di tutti ha voluto centrare il tema”.

Quello che Ravasi non dice è che le offerte raccolte equivalgono appena ad un ventesimo di quanto speso dal Pontificio Consiglio per la Cultura, dalla Conferenza Episcopale Italiana e dall’Arcidiocesi di Milano per la realizzazione del padiglione: tre milioni di euro complessivi, una cifra che aveva fatto arrabbiare perfino papa Francesco, che avrebbe più volentieri speso quei soldi per cause caritatevoli. Con il proprio padiglione la Santa Sede ha voluto “concentrare l’attenzione dei visitatori sulla forte rilevanza simbolica dell’operazione del nutrire e sulle potenzialità di sviluppo antropologico che essa racchiude. Potenzialità che sono profondamente sociali e collettive e di cui spesso purtroppo dobbiamo prendere atto per via negativa, come denuncia di inadempienze e di ingiustizie.”

Il padiglione del Vaticano dell’Expo si sviluppava su un’area complessiva di 747 metri quadrati e rappresentava, nelle intenzioni dei progettisti “uno spazio di riflessione attorno alle problematiche che ancora oggi sono connesse all’alimentazione e all’accesso al cibo.” All’interno del padiglione trovano spazio grandi opere d'arte. Sulla parete opposta all’ingresso era stata esposta la tela originale dell’Ultima Cena del Tintoretto, portata al Padiglione dalla chiesa di San Trovaso a Venezia. Dal 29 luglio, poi , è stato esposto un arazzo di Pieter Paul Rubens, raffigurante l’istituzione dell’Eucarestia, proveniente dal Museo Diocesano di Ancona. Ovviamente, anche le spese di trasporto, assicurazione e mantenimento di opere d’arte così importanti hanno contribuito a far lievitare i costi generali di gestione dello spazio espositivo vaticano.

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