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Pa, rapporto Aran: “Stipendi giù dell’1% tra il 2010 al 2014”

Il rapporto Aran fa riferimento al periodo di blocco contrattuale, cioè tra il 2010 e il 2014. Nei dieci anni precedenti si era però registrato un incremento di circa il 40%.
A cura di S. P.
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Gli stipendi nel pubblico impiego sono scesi di circa l'1% da quando è iniziato il blocco contrattuale, cioè tra il 2010 e il 2014. Nei dieci anni precedenti si è però registrato un incremento attorno al 40%. A ripercorrere la storia dei salari nella Pubblica Amministrazione è l'Aran, l'Agenzia che rappresenta il Governo ai tavoli con i sindacati per il pubblico impiego. L’Aran ricostruisce gli ultimi quindici anni di retribuzioni, spiegando come ci siano state fasi profondamente diverse: i primi anni del Duemila sarebbero stati caratterizzati da una valorizzazione della contrattazione di secondo livello. Il risultato è stato un aumento annuo degli stipendi tra il 4 e il 5%. Poi per frenare la tendenza dopo il 2006 ci si è attenuti al contratto nazionale, cercando di non andare oltre la parte tabellare, tuttavia ciò non è bastato per stare dentro i limiti della finanza pubblica e quindi è scattato il blocco.

Cgil: “Ennesima provocazione” – Secondo l'Aran le dinamiche osservate “sembrano evidenziare un trade-off tra l'esigenza di una dinamica complessiva dei salari pubblici compatibile con gli obiettivi di finanza pubblica e di politica economica (da un lato) e l'esigenza di valorizzare, anche nel pubblico, il secondo livello negoziale, destinandovi risorse correlate, in qualche modo, alla produttività ed ai risultati in sede locale (dall'altro)”. L’analisi dell'Aran non è piaciuta alla Cgil, con il segretario generale della categoria, Rossana Dettori, che parla “dell'ennesima provocazione”. Nel mirino del sindacato c’è la crescita del 40%: “Sono dati che contestiamo, senza alcun significato”, ha spiegato Dettori. “Sostenere – ha continuato Dettori – che nel decennio pre-crisi si sia registrato un incremento delle retribuzioni nel pubblico impiego attorno al 40% suona essere una provocazione piuttosto che un dato dal valore statistico”.

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