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Nordexit, il referendum per l’autonomia di Lombardia e Veneto: “Basta tasse allo Stato”

I governatori di Lombardia e Veneto, Roberto Maroni e Luca Zaia, hanno annunciato che il referendum sull’autonomia regionale del lombardo-veneto si farà, nonostante il parere contrario del governo e a breve verrà definita una data comune per le due regioni.
A cura di Charlotte Matteini
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zaia salvini maroni

La Regione Lombardia e la Regione Veneto, guidate rispettivamente dai leghisti Roberto Maroni e Luca Zaia, sono pronte a promuovere il referendum consultivo sull'autonomia del lombardo-veneto. "Non c'è disponibilità da parte del Governo a fare il referendum in concomitanza con le amministrative", ha spiegato Maroni, sottolineando però di essere intenzionato a sentire Zaia nei prossimi giorni "per definire una data comune. Lui ha una procedura in corso, la definizione di procedure interne. Ma lo faremo insieme, il lombardo-veneto farà il referendum insieme". Già lo scorso dicembre, infatti, durante la tradizionale conferenza stampa di fine anno, il governatore Zaia aveva anticipato: "Dal momento in cui proclameremo ufficialmente il referendum, i veneti dovranno pronunciarsi entro 60 giorni su un modello di autonomia come quello altoatesino. Auspico file chilometriche ai seggi. Dev’essere un plebiscito con un’altissima percentuale di votanti, solo così faremo capire a Roma il nostro reale sentimento autonomista", sostanzialmente annunciando la volontà di andare al voto nel più breve tempo possibile per permettere ai residenti di esprimere il proprio parere riguardo l'autonomia regionale di Lombardia e Veneto.

Inizialmente la data prescelta per il D-Day pare fosse il prossimo 9 aprile, ma al momento, visto che gli statuti di Lombardia e Veneto impongono regole differenti, il giorno potrebbe slittare in concomitanza con le elezioni amministrative, nonostante il parere negativo del governo. Roberto Maroni e Luca Zaia hanno infatti sostenuto che il referendum si farà secondo le esigenze regionali, essendo anche già state accantonate a bilancio le somme necessarie allo svolgimento della consultazione referendaria, una cifra che si stima si aggirerà intorno ai 14 – 20 milioni di euro. Già lo scorso anno, però, i governatori di Veneto e Lombardia provarono ad accorpare, senza successo, il referendum sull'autonomia regionale a quello sulle "trivelle" prima, alle scorse amministrative di giugno poi e, infine, al referendum costituzionale del 4 dicembre. In tutti e tre i casi, però, il governo si oppose e la consultazione saltò.

Che cos'è il referendum sull'autonomia regionale del lombardo-veneto

Il referendum che i governatori Roberto Maroni e Luca Zaia vorrebbero organizzare è principalmente incentrato sull'autonomia regionale dei due territori attualmente amministrati dalla Lega Nord. I cittadini lombardi e veneti saranno quindi chiamati a esprimere il proprio parere, a carattere consultivo, quindi non vincolante e senza quorum, sullo statuto dell'autonomia da applicare alle due regioni, che prevede, tra le varie norme, la possibilità per Lombardia e Veneto di trattenere sul territorio il 90% delle tasse pagate dai residenti senza più girarle allo Stato centrale, una sorta di federalismo fiscale ristretto alle sole due regioni padane. L'impatto sui conti pubblici di un'eventuale vittoria del Sì, e ipotetico conseguente accordo tra Stato, Lombardia e Veneto, ammonterebbe a una cifra pari a 70 miliardi di euro, ovvero la somma dei residui fiscali delle due regioni (oltre 50 miliardi per la Lombardia e 18 per il Veneto).

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