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Niente carcere per chi coltiva marijuana in Italia

In Commissione giustizia del Senato depenalizzato il reato. Chi ha una regolare autorizzazione per coltivare droghe leggere (come la cannabis) e vìola le norme, non finirà dietro le sbarre. Fino ad ora era previsto l’arresto sino ad un anno o l’ammenda.
A cura di Redazione
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La Commissione Giustizia del Senato ha depenalizzato il reato di chi, in possesso di regolare autorizzazione per coltivare droghe leggere, come la cannabis, viola comunque le regole previste. Oggi in Commissione è stato difatti approvato un emendamento al provvedimento sulla messa alla prova a firma di Giuseppe Lumia (Partito democratico) che trasforma in illecito amministrativo la violazione delle prescrizioni per la coltivazione della marijuana. In pratica, la proposta di modifica dell'ex presidente della commissione parlamentare Antimafia mira a cancellare la parte dell'articolo 28 (2 comma) del testo unico sugli stupefacenti che recita testualmente: "Chiunque non osserva le prescrizioni e le garanzie cui l'autorizzazione è subordinata, è punito, salvo che il fatto costituisca reato più grave, con l'arresto sino ad un anno o con l'ammenda". Qualche mese fa una sentenza emessa dal Tribunale di Ferrara aveva stabilito, scrivendo un precedente ‘storico' nella giurisprudenza italiana, che coltivare marijuana per uso personale non è reato. In aula c'erano due giovani, arrestati dopo un blitz dei carabinieri, che gli avevano trovato in casa quattro piante 8 grammi di marijuana.

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