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M5S lancia l’allarme: “Il Governo ha fallito, la prossima finanziaria sarà un massacro”

I parlamentari del Movimento 5 Stelle commentano i dati sul Prodotto interno lordo e lanciano l’allarme: “La legge di Stabilità di ottobre sarà l’ennesimo massacro per i cittadini: nuove tasse e altri tagli selvaggi ai servizi primari, a partire dalla sanità pubblica, già messa nel mirino”.
A cura di Redazione
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I dati resi noti dall'ISTAT, che hanno confermato il difficile momento dell'economia italiana, sconfessando le previsioni del Governo per quel che concerne la crescita del prodotto interno lordo, hanno riacceso le polemiche politiche. Le opposizioni, con in testa il Movimento 5 Stelle, continuano a chiedere un cambio di marcia al Governo e ribadiscono le loro perplessità tanto sulle scelte in tema di politica economica quanto sulla linea comunicativa dell'esecutivo, da sempre improntata all'insegna dell'ottimismo e della fiducia.

Con un lungo post pubblicato sulle pagine del blog di Beppe Grillo, i grillini tornano all'attacco di Renzi e Padoan, ipotizzando uno scenario fosco per i prossimi mesi, soprattutto "se nei prossimi due trimestri il Pil restasse ancora fermo con la crescita di quest'anno che si fermerebbe 1 punto percentuale sotto le previsioni del Governo (+1,6%)".

In tal caso la situazione sarebbe la seguente:

Considerando che ci sono già 10 miliardi di nuove tasse pronte dal 1 gennaio 2017, il Governo dovrebbe fare una manovra da 27 miliardi solo per salvare i conti pubblici dalla bocciatura della Ue ed evitare l'aumento dell'Iva (clausole di salvaguardia). Significa che la legge di Stabilità di ottobre sarà l'ennesimo massacro per i cittadini: nuove tasse e altri tagli selvaggi ai servizi primari, a partire dalla sanità pubblica, già messa nel mirino.

Nella lettura del Movimento, la preoccupante situazione economica complessiva spinge il Governo a concentrarsi sulla riforma della Costituzione:

Le riforme costituzionali sono un diversivo politico, mentre all'ordine del giorno dovrebbero esserci misure espansive per l'economia e a sostegno di poveri e disoccupati. In due parole: investimenti pubblici e reddito di cittadinanza. Ma le regole europee non lo permettono e il Bomba, che in patria si è venduto come paladino anti-austerità, a Bruxelles continua a calare le braghe. Di questo passo delle eccellenze industriali italiane non rimarrà nulla. Il nostro Paese diventerà un bacino di manodopera sottopagata e precaria a disposizione dei capitali del nord europa. Povertà, fuga di cervelli e immigrazione non qualificata sono il presente e il futuro dell'Italia. C'è una sola possibilità di salvarsi: rompere il sistema e sostituire l'attuale classe dirigente con i cittadini prestati alla politica.

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