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Lo Zibibbo di Pantelleria diventa Patrimonio dell’Unesco

Finora nessun Paese, prima dell’Italia, era mai riuscito ad iscrivere nella lista dei patrimoni culturali dell’umanità una pratica agricola. Ci è riuscita la vite ad alberello di Pantelleria!
A cura di Biagio Chiariello
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La vite ad alberello di uve Zibibbo entra nella autorevole Lista dei Patrimoni Culturali dell'Umanità.  "Nessun Paese, prima dell'Italia, è mai riuscito ad iscrivere nella Lista una pratica agricola" commenta raggiante da Parigi il comitato che ha presentato la candidatura. La coltivazione dell'isola di Pantelleria è infatti la prima pratica agricola riconosciuta patrimonio dell'Unesco ed è stata votata dalla commissione riunita a Parigi all'unanimità. "Dopo quattro anni di lavoro ce l'abbiamo fatta! E che grande emozione!”, commenta il successo Pier Luigi Petrillo, autore del dossier di candidatura. "Fino a stamani – racconta – i giochi erano ancora aperti ma dopo un ulteriore negoziato, al momento del voto, tutti i 161 Stati sono stati d'accordo nel riconoscere la pratica di Pantelleria come patrimonio dell'umanità. All'unanimità: un grande successo dell'Italia che all'Unesco si conferma una vera e propria potenza culturale".

Lo Zibibbo è il sesto bene italiano Patrimonio dell'Unesco

La coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria rappresenta, come spiega una nota tecnica del ministero, “una tipologia tradizionale di allevamento della vite ancora presente oggi sull’isola, basato sulla creazione di buche di terreno profonde circa 20 centimetri e che vede il vigneto prendere forma di piccoli alberelli all’interno di queste conche, al fine di poter carpire le scarse risorse idriche presenti nel terreno e ripararsi dal clima sfavorevole”. Le uve ricavate da questi vigneti rappresentano la materia prima per la vinificazione dello Zibibbo. La originale candidatura risale al 2010 e il 30 marzo 2013 è stata designata unica nomination italiana per la lista del Patrimonio culturale immateriale. La vite ad alberello è il sesto bene italiano di questo tipo. Gli altri cinque sono il Canto a tenore sardo (2008), l’Opera dei Pupi siciliani (2008), la Dieta mediterranea (2010), i Saperi e il saper fare liutario della tradizione cremonese (2012) , le Celebrazioni delle grandi macchine a spalla (2013) e i Paesaggi vitivinicoli delle Langhe Roero e Monferrato nel giugno 2014.

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