25 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

“Un milione e mezzo per rifarsi l’appartamento”: arcivescovo spagnolo sotto accusa

Il vescovo Santiago Garcia Aracil, alla guida della diocesi di Mèrida-Badajoz accusato da una lettera di cinquanta sacerdoti. Negli ultimi mesi sono scoppiati in Germania scandali simili, che hanno portato papa Francesco a rimuovere dal suo incarico il vescovo di Limburgo.
25 CONDIVISIONI
Santiago Garcia Aracil, conosciuto in Spagna come "l'arcivescovo del lusso".
Santiago Garcia Aracil, conosciuto in Spagna come "l'arcivescovo del lusso".

In Spagna già lo chiamano “l’arcivescovo del lusso”. Monsignor Santiago Garcia Aracil, a capo della diocesi di Mèrida-Badajoz, uno dei territori più poveri della Spagna, sta infatti ristrutturando un palazzo di proprietà della Chiesa locale per realizzarvi su un intero piano la sua nuova residenza. Costo stimato dell’operazione, in assenza di conferme della Curia, tre milioni e mezzo di euro, di cui un milione e mezzo per i soli appartamenti episcopali. Cinquanta sacerdoti della diocesi, che però non si sono firmati con nome e cognome, hanno preso carta e penna ed hanno denunciato tutto a monsignor Renzo Frattini, nunzio episcopale in Spagna, per farli riportare la notizia papa Francesco. Per i preti, i comportamenti di Garcia Aracil sono “eccessivi, inopportuni e scandalosi”.

“Contro i criteri di austerità pastorale ed il sentire comune, il vescovo ha deciso di convertire il terzo piano del palazzo della curia, dove ci sono uffici, in palazzo episcopale, trasferendo tutte le attività esistenti” chiariscono i denuncianti, i quali spiegano che gli appartamenti del vescovo sarebbero realizzati con ampio dispendio di materiali pregiati e marmi. Non solo: Garcia Aracil si sarebbe anche fatto costruire un bagno con tanto di vasca idromassaggio. I lavori contrasterebbero con una “chiesa povera, pellegrina in una terra povera, la regione meno ricca della Spagna”, la Extremadura, con un tasso di disoccupazione superiore al 30 percento. Per questo, i sacerdoti si appellano alla “prudenza pastorale e al sentire comune per diventare una Chiesa austera, in consonanza con il modo in cui vive il popolo ed in sintonia con la esigenza evangelica su cui tanto insiste papa Francesco.”

Il vescovo Garcia Aracil ha risposto alle critiche senza chiarire quali siano i veri costi dell’intervento ma spiegando di “aver ricevuto abbondanti espressioni di comprensione e supporto da sacerdoti, religiosi e laici della diocesi che lamentavano che la fonte di tali informazioni è uno sparuto gruppi di preti” e che si tratta di “accuse diffamatorie” in quanto i lavori nel palazzo sono stati approvati da un comitato diocesano prima del loro inizio.

La vicenda ricorda due casi simili avvenuti negli scorsi mesi in Germania con esiti, però, molto diversi. Nell’ottobre del 2013 papa Francesco aveva rimosso dal suo incarico il vescovo di Limburgo, Franz-Peter Tebartz Van Elst, finito nell’occhio del ciclone per aver speso 31 milioni di euro per rinnovare il palazzo episcopale, di cui oltre tre milioni erano serviti solo per la ristrutturazione del suo appartamento personale. Più recentemente, lo scorso ottobre, il potentissimo arcivescovo di Monaco di Baviera e Frisinga, il cardinale Reinhard Marx, è finito sotto la lente di osservazione della stampa teutonica perché i costi di lavori all’interno del palazzo diocesano hanno ormai superato i cinquanta milioni di euro. Marx, però, dorme sonni tranquilli essendo uno dei cardinali di cui papa Bergoglio ha maggior fiducia.

25 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views