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Kobane, l’Isis ruba le armi degli Usa destinate ai curdi

Sembra che a seguito di un errore di direzione, gli aiuti americani per la difesa dall’assedio di Kobane siano stati intercettati dallo Stato Islamico.
A cura di Biagio Chiariello
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L’Isis ha pubblicato un nuovo video. Non si tratta di truculente decapitazioni, come accaduto drammaticamente nel recente passato, ma della rivendicazione del furto delle armi che gli Usa hanno inviato per aiutare i curdi a difendersi dall'assedio di Kobane, nel nord della Siria. "Questi sono gli aiuti americani lanciati agli infedeli", dice l'uomo del filmato mostrando un container pieni di razzi e granate. A riportarlo è la CBS che riferisce anche di una diversa versione dei fatti da parte di un  funzionario americano che avrebbe confermato come la maggior parte delle armi lanciate dalle forze americane – ma non necessariamente tutte – avrebbe raggiunto la destinazione. “Stiamo ancora valutando il completamento della missione, ma ogni indicazione che abbiamo è che la maggior parte dei pacchi sono stati consegnati con successo alle forze curde”, ha detto il funzionario.

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Il peggior massacro dell'Isis: 700 morti a Abu Haman

Stando a quanto riportato dal Washington Post, l’Isis avrebbe compiuto il suo “peggiore massacro”: lo scorso agosto, nell'arco di tre giorni i jihadisti hanno soffocato la rivolta della tribù Shaitat di Abu Haman, nell'est della Siria, decapitando, crocifiggendo e giustiziando oltre 700 persone. Oggi nella zona, nella provincia di Deir Ezzor, ci sarebbe ancora numerosi cadaveri.  "Abbiamo visto gli americani aiutare gli yazidi e i curdi, ma non hanno fatto nulla per aiutare i sunniti contro lo Stato islamico", ha detto al quotidiano USA un leader della tribù sunnita, Abu Salem.

I raid della Coalizione guidata dagli USA

Nel frattempo proseguono i raid della Coalizione internazionale guidata dagli States. Gli aerei hanno colpito il quartier generale dell’Isis a Kobane, mentre si registrano nuovi scontri tra jihadisti e i curdi dell’Ypg che difendono la città siriana al confine con la Turchia. Ne dà notizia l’Osservatorio nazionale per i diritti umani. Secondo testimoni locali, un seguace del Califfato si è fatto esplodere nei pressi di una postazione curda nell’est della città.

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