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Israele, dossier dall’Onu dichiara: “Dovrà smantellare tutte le colonie in Cisgiordania”

Secondo tre giudici della Commissione Onu per i Diritti Umani Israele deve “cessare tutte le attività di insediamento senza precondizioni e avviare un processo di ritiro di tutti i coloni”.
A cura di Davide Falcioni
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A poco più di una settimana dall'esito delle elezioni in Israele, vinte da Benyamin Netanyahu, arriva la prima importante "doccia fredda": la commissione Onu per i diritti umani ha diramato oggi un dossier in cui si condannano fermamente gli insediamenti dei coloni in Cisgiordania: "Israele – si legge nel rapporto –  deve cessare tutte le attività di insediamento senza precondizioni e deve immediatamente avviare un processo di ritiro di tutti i coloni". L'indagine, per conto dell'Onu, è stata condotta dalla giudice francese Christine Chanet, coadiuvata da membri di Pakistan e Botswana.

La relazione afferma che un gran numero di diritti umani vengono violati da Israele nei confronti dei palestinesi nell'area della West Bank proprio a causa degli insediamenti dei coloni. Dal 1967 – a seguito della Guerra dei Sei Giorni – tutti i governi israeliani hanno apertamente intrapreso e sviluppato la formazione di nuovi insediamenti. Sono infatti 250 quelli in Cisgiordania e ben 520.000 i coloni che, sempre secondo il rapporto, ostacolano "l'accesso dei palestinesi alle risorse idriche e ai terreni agricoli. [Gli insediamenti] portano ad un'annessione strisciante delle terre ed impediscono la formazione di uno stato palestinese contiguo e vitale". La sentenza del giudice Chanet, dunque, recita testualmente: "In conformità con l'articolo 49 della Quarta Convenzione di Ginevra Israele deve porre fine a tutte le attività di insediamento senza precondizioni".

Il rapporto sostiene inoltre che gli insediamenti si sono stabiliti e sviluppati a beneficio esclusivo degli ebrei israeliani. Le colonie sono state progettate attraverso un sistema di totale separazione totale tra gli "occupanti" ed il resto della popolazione che vive nei Territori palestinesi. Questo sistema di segregazione è sostenuto e alimentato da un'asfissiante miliarizzazione da parte delle truppe dell'Idf (Israel Defence Forces). 

"Oggi chiediamo al governo di Israele di assumersi la piena responsabilità per tutte le violazioni, porre fine alla politica di impunità e garantire la giustizia per tutte le vittime", ha affermato il membro Onu pakistano, Asma Jahangir, mentre Unity Dow (Botswana) ha aggiunto: "Gli espropri delle terre, gli sgomberi e le demolizioni delle case dei palestinesi rappresentano violazioni dei diritti umani, e servono a Israele per continuare ad espandere i propri insediamenti".

Naturalmente non si è fatta attendere la replica israeliana, che ha difeso le occupazioni citando nientemeno che la Bibbia. Il ministro degli esteri, poi, ha affermato che il consiglio per i diritti umani dell'Onu giudica sistematicamente in maniera unilaterale, per poi aggiungere: "La relazione in esame ostacola gli sforzi per trovare una soluzione sostenibile al conflitto israelo-palestinese".

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