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Isis, “l’ostaggio Usa Kayla Mueller venne stuprata da Al-Baghadi”

Lo ha rivelato una ragazzina yazida di 14 anni anche lei schiava sessuale dei jihadisti che poi è riuscita a fuggire.
A cura di A. P.
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Emergono particolari sempre più agghiaccianti sulla misteriosa fine della cooperante 26enne Usa Kayla Mueller catturata dai jihadisti dell'Isis nell’agosto del 2013 mentre era in Siria. L'ostaggio americano in mano agli uomini del Califfato sarebbe stata costretta ad avere rapporti sessuali con il leader dell'Isis Abu Bakr Al Baghdadi. A rivelarlo è la Abc, citando i genitori di Kayla che a loro volta sarebbero stati informati dall'intelligence Usa di alcune testimonianze in tal senso. "Ci è stato detto che Kayla era considerata una proprietà di Al Baghdadi ed è stata torturata" hanno affermato infatti Carl e Marsha Mueller. Come spiega l'Associated Press (Ap) citando esponenti dell'intelligence americana, la circostanza degli stupri sarebbe stata riferita da una ragazzina di 14 anni, una yazida, anche lei schiava sessuale dei jihadisti che è poi riuscita a fuggire. La minorenne ha spiegato di essere stata detenuta assieme a Kayla e di aver subito come lei atti di violenza direttamente da Al Baghdadi.

L'intelligence americana aveva già raccolto altri indizi e testimonianze che parlavano di Kayla come data in "sposa" a un leader jihadista, sorte toccata a molte altre centinaia di ragazze cedute come schiave, ma nessuno aveva mai fatto il nome del leader supremo dell'Isis. Ufficialmente ancora non vi è alcuna certezza sul motivo della morte della giovane cooperante rapita ad Aleppo e mai più ritrovata. Lo Stato islamico aveva tentato di usare il suo cadavere in chiave propagandistica affermando che la ragazza era morta per colpa di un raid dell'aviazione giordana, quando Amman reagì con forza alla barbara uccisione del pilota bruciato vivo. Dalle foto del cadavere inviate alla famiglia della 26enne però si vedeva chiaramente che sul volto di Kayla vi erano lividi ed ematomi, segni di brutale violenza.

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