84 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

“Il mio nome è cavallo”: dal Louvre a Milano 20 opere in mostra al museo Francesco Messina

Una mostra dedicata all’animale più rappresentato nella storia dell’arte allo Studio Museo Francesco Messina. Con il cavallino iraniano proveniente dal Louvre di Parigi.
A cura di Redazione Cultura
84 CONDIVISIONI
Interno Museo Messina
Interno Museo Messina

Venti opere in mostra dal 5 luglio nello lo Studio Museo Francesco Messina a Milano celebrano l’immagine del cavallo nella storia dell'arte. Una straordinaria collezione di opere, dall'Oriente all'Occidente, dall'antica Roma alla cultura bizantina, passando per il Rinascimento. E in più, tra questi capolavori che raccontano l'animale più rappresentato, per la prima volta in Italia una testa di cavallo sasanide, rinvenuta nell'Iran sud-orientale, in arrivo direttamente dal Louvre di Parigi.

Il Comune di Milano promuove nella sede dello Studio Museo Francesco Messina una mostra dedicata all’iconografia del cavallo fra Oriente e Occidente dal titolo "Il mio nome è cavallo", all'interno di un progetto più ampio che prende ispirazione dalle pagine del libro "Il mio nome è Rosso" di Orhan Pamuk, premio Nobel per la letteratura, il cui protagonista di ambientazione cinquecentesca è la figura del cavallo, ritratto dai miniaturisti secondo un’iconografia occidentale, naturalistica, erede della tradizione estetica veneziana.

La mostra "Il mio nome è cavallo", curata da Chiara Gatti, mette a confronto venti pezzi antichi che spaziano da mosaici romani del III secolo a.C. a ceramiche persiane dell’Ottocento, con dieci bronzi di Francesco Messina (1900-1995). Il punto di forza dell’esposizione è la testa di cavallo in argento dorato forgiata in Iran nel IV secolo come elemento decorativo di un trono. La testa di cavallo di cultura Sasanide, rinvenuta a Kerman, nell'Iran sud-orientale, è conservata nel Département des Antiquités orientales del Louvre, da cui giunge in Italia per la prima volta.
Importanti le opere in arrivo dalle collezioni dei musei civici milanesi, tutti raccolti attorno a questo progetto. La stampa con Teste di cavallo di scuola leonardesca, custodite alla Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli; una coppia di disegni con Teste di cavallo legate all’iconografia dei Dioscuri, prestati dal Gabinetto dei Disegni del Castello, una Armatura da cavallo dell’impero ottomano conservata al Mudec, il Museo delle Culture, oltre a un prezioso Manoscritto bolognese della Pharsalia, datato 1373, prestato dalla Biblioteca Trivulziana. E, ancora, un Gian Giacomo Trivulzio a cavallo dalle Raccolte d’arte applicata del Castello, accostato al bronzetto di un Cavallo al passo, di scuola leonardesca, in prestito dalla Cà d’Oro di Venezia. Restaurati per l’occasione, due esemplari del Museo Poldi Pezzoli, fra cui spicca il Barāki, una testiera per cavallo, di provenienza persiana, con un cartiglio sulla fronte che reca l’iscrizione araba “Il sultano”.

Il percorso contempla un capitolo moderno punteggiato di dieci bronzetti che lo scultore Francesco Messina ha dedicato al tema del cavallo, nel recupero delle fonti di ispirazione classiche. La mostra è arricchita da un catalogo bilingue italiano/francese edito da Officina Libraria con schede scientifiche dei singoli pezzi a cura di studiosi italiani, fra cui Chatia Cicero, Serena Colombo, Chiara Fabi, Simone Ferrari, Marzia Pontone, oltre a due saggi firmati appositamente dal direttore dell’Institut du Monde Arabe di Parigi, Eric Delpont, e dal conservatore del Département des Antiquités orientales del Louvre, Julien Cuny.

84 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views