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Il deputato Currò esce dal M5S (e vota con il Governo Renzi)

Tommaso Currò abbandona il Movimento 5 Stelle e attacca duramente: “Con il 25 per cento del consenso elettorale dovevamo contribuire a risolvere i problemi del Paese, Invece abbiamo giocato alla delegittimazione e alla distruzione senza alcuna forma di rispetto e di responsabilità”.
A cura di Redazione
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Da oggi Tommaso Currò, deputato eletto in Sicilia alle politiche del 2013, non fa più parte del Movimento 5 Stelle. A comunicare la decisione di lasciare il gruppo grillino alla Camera dei deputati è stato lui stesso, intervenendo in dichiarazione di voto a titolo personale sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio Matteo Renzi in relazione al bilancio del semestre italiano di Presidenza dell’Unione Europea. Si tratta del ventitreesimo addio di un parlamentare grillino, anche se stavolta si tratta di un “abbandono spontaneo”, anche se di un “dissidente” che più volte era stato al centro di polemiche e contrasti con la linea ufficiale del Movimento.

Currò ha deciso dunque di lasciare in forte polemica con la linea grillina, chiudendo la sua esperienza nel gruppo M5S con un durissimo discorso di accusa: “Con il 25 per cento del consenso elettorale dovevamo contribuire a risolvere i problemi del Paese e a rendere l'Italia più competitiva nello scenario internazionale. Invece, nonostante il dissenso interno, abbiamo giocato alla delegittimazione e alla distruzione senza alcuna forma di rispetto e di responsabilità. Abbiamo utilizzato l'alibi del 51 per cento, inteso come unica forma possibile di Governo, per giustificare una condotta del tutto omissiva verso le attese che ben 8 milioni e 700 mila italiani avevano riposto in noi”. Il deputato, nell’annunciare il suo voto a favore della mozione di sostegno a Renzi, ha poi spiegato di voler continuare il suo impegno in Parlamento: “Condivido, colleghi, il tentativo di rinnovamento della classe dirigente del Paese ed al pari di molti colleghi qui presenti, intendo partecipare attivamente al processo di moralizzazione della politica […] rivendico il mio diritto a rappresentare il territorio nel quale sono stato eletto. Nel momento in cui ho cercato di rappresentarne gli interessi, paradossalmente ho avuto più ostacoli dal MoVimento a cui appartengo rispetto agli altri partiti. Voglio sentirmi sereno e orgoglioso di lavorare per un progetto politico nel quale riconoscermi e attraverso il quale operare”.

Infine, nel dissenso dei suoi ex colleghi, una stoccata a Grillo: “Da un lato c’è chi si assume la responsabilità di governare il Paese e, dall'altro, chi tenta di risolvere la crisi esclusivamente con atteggiamenti pregiudizievoli per la stabilità delle istituzioni della Repubblica. C’è chi intende migliorare le regole per un'Europa più equa e più giusta e chi propone alleanze con la destra populista di Farage predicando una deleteria uscita dall'euro e minando quel processo di integrazione degli Stati che ha permesso all'Europa di godere del più lungo periodo storico di pace”.

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