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E spunta anche il Governo ombra

È nato ieri il “Governo ombra”: alla presidenza Gianfranco Rotondi, agli Esteri Prestigiacomo, alla Difesa Santanché, al Lavoro Polverini.
A cura di Redazione
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Una squadra di Governo in piena regola: Prestigiacomo agli Esteri, Martino alle Finanze, Nitto Palma all'Interno, Santanché alla Difesa, Galan agli Affari Regionali, Polverini al Lavoro, Ravetto all'Ambiente, Boscaro ai Beni Culturali, Sella allo Sviluppo Economico, Fuscagni all'Istruzione, Coppola alle Politiche Agricole, Tedeschini alla Giustizia, Tarsitano alla Salute e De Luca (che poi ha preso le distanze dal progetto) ai Trasporti. Alla Presidenza del Consiglio lui, Gianfranco Rotondi. È questo il progetto che l'ex ministro Rotondi, leader dell'Unione dei Movimenti popolari ha tenuto a battesimo ieri, nella sede di Forza Italia e proprio alla presenza dei "ministri" interessati: si tratta ovviamente dell'esperimento del "Governo ombra", sulla scia di quello immaginato da Veltroni nel 2008 (che ha solo un altro esempio nella storia politica italiana) ma soprattutto sul modello dello "shadow cabinet" inglese (che in realtà è un "organismo" istituzionalizzato").

Ovviamente i più hanno bocciato la cosa come "provocazione", ma Rotondi conferma di credere nel progetto, spiegando: "Una settimana fa il battesimo dell’UMP (Unione dei Movimenti Popolari), una settimana dopo la nascita del governo ombra sul modello inglese, lo shadow cabinet, anche se nella tradizione anglosassone il governo ombra è istituzionalizzato. Dunque, sono più che pronto e convinto a candidarmi premier per il centrodestra, anche se Renzi ha detto che il suo è un governo di legislatura". Poi, di fronte alla presa di distanza di Paolo Romani e Giovanni Toti attacca: "Ieri a una giornalista di Agorà il dott. Toti – che non ho il piacere di conoscere – ha detto che il mio governo ombra sarà il governo di casa mia. Gli faccio osservare che il mio governo è l'iniziativa di molti eletti che hanno affiancato e difeso Silvio Berlusconi in anni molto difficili". Certo, il Cavaliere "non ne sapeva nulla", ma Rotondi spiega: "C'è il rischio che possa offendersi ed arrabbiarsi. Ma dico con Bernanos che la speranza è un rischio da correre".

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