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Di Maio: “Sono disponibile a essere il candidato premier del M5S alle prossime elezioni”

In un’intervista concessa a Rtl 102.5, il vicepresidente della Camera ha dichiarato di essere disponibile a presentarsi come candidato premier per M5S alle prossime elezioni politiche, qualora il Movimento dovesse scegliere lui.
A cura di Charlotte Matteini
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Il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, sarebbe pronto a presentarsi come candidato presidente del Consiglio per il Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni politiche. La dichiarazione è stata resa dallo stesso Di Maio durante un'intervista concessa questa mattina a Rtl 102.5: "Sono disponibile ad essere il candidato premier di M5s alle prossime elezioni se il Movimento lo sceglierà, e invito tutti coloro che hanno una storia personale, professionale di competenze ed energie, anche se non sono di M5s, a dare una mano", ha spiegato il vicepresidente della Camera. "Io ho sempre detto che se dovessero scegliere me come candidato sarei disponibile, ma adesso dobbiamo fare un passo avanti, cioè aprire il più possibile il Movimento alle migliori energie di questo Paese, sia per la composizione del programma che per la composizione della squadra di Governo. Tutti quelli che si vogliono mettere in gioco, che hanno una storia personale, professionale di competenze ed energie, ci diano una mano, si facciano avanti.
Tutti quelli che si vogliono mettere in gioco e provare a cambiare questo Paese avranno sicuramente spazio nel Movimento".

Nel corso dell'intervista, Di Maio ha anche a lungo parlato delle elezioni presidenziali francesi e commentato la vittoria di Emmanuel Macron: "Noi stiamo dalla parte dei francesi, prima di tutto: hanno scelto il loro Presidente della Repubblica e da parte nostra a lui vanno tutti i nostri auguri di buon lavoro. Detto questo, è chiaro che si continua a ragionare per destra e sinistra, si perde”, ha spiegato. A me fanno ridere i personaggi politici italiani dei vecchi partiti che salgono sul carro dei vincitori di Macron, ricordo che il Pd francese e la Forza Italia francese hanno perso al primo turno".

Proseguendo, il vicepresidente della Camera ha aggiunto: "Il partito di Le Pen è considerato, ed è, una destra, e i partiti di sinistra francesi sono fuori dal ballottaggi. Quanto alla questione dei poteri forti e le cose che si dicono su Macron è sempre la prova dei fatti che dimostra le cose, vediamolo all'opera e vediamo se veramente manterrà fede a quelli che sono i suoi impegni”.

"È chiaro che si sta dicendo che è stato sconfitto il populismo in Francia, ma io penso che ci debba essere dato atto che in tutti questi anni abbiamo preso le distanze da queste forze politiche emergenti in Europa che vengono definite populiste, da AFD, dalla Le Pen, a Podemos, alla stessa UKIP, noi vogliamo sempre rimarcare le differenze perché questi sono partiti ideologizzati che si ritengono di destra o di sinistra. Continuare a parlare di destra e sinistra in un Paese in cui i cittadini adesso vogliono delle soluzioni – che siano di destra o sinistra non importa, basta che siano di buon senso – è perdente".

"Quando abbiamo un capo di Stato dobbiamo ragionare con la cultura delle relazioni internazionali, siamo uno Stato che deve avere relazioni e un interlocutore che è il Capo di Stato di un'altra nazione, e nel caso della Francia che è un Paese del Direttorio europeo, spero si possa fare squadra per cambiare un'Europa che se non cambia muore. Noi non vogliamo uscire dall'Unione Europea, la vogliamo cambiare, che significa prima di tutto un`Europa che inizi ad occuparsi della disoccupazione dei cittadini europei e della povertà in Europa”, ha sottolineato Di Maio.

"Tutti dicono di voler cambiare l'Unione Europea, ma bisogna poi avere il coraggio di battere i pugni sul tavolo quando si devono raggiungere gli obiettivi. Non lo dico con violenza, ma perché l'Italia è un Paese che non si è fatto rispettare in questi anni a quei tavoli. Dal nostro punto di vista l'Europa deve cambiare prima di tutto permettendoci, come Paese, di fare investimenti e cambiare i vincoli di bilancio. Abbiamo bisogno di investimenti, di fare deficit per ripagare anche il debito pubblico, che è enorme. In generale penso che anche l'euro debba diventare più democratico, noi come Paesi membri possiamo pensare di uscire dall'UE ma non dall'Euro, ci sono Paesi nell'UE che possono stare fuori dall'Euro e altri che devono entrarci per forza. L'Euro deve diventare più democratico con clausole di opt-out permanente e se su questo altri capi di Stato dell'UE vorranno darci una mano, beh, quando e se saremo al Governo in questo Paese troveremo alleati in maniera trasversale intorno a questi temi”, ha concluso il vicepresidente della Camera.

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