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Da lunedì niente pesce fresco dall’Adriatico, scatta il fermo pesca

Il provvedimento a rotazione lungo le coste italiane ha l’obiettivo di garantire il ripopolamento dei pesci nel mare.
A cura di Antonio Palma
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Da domani 28 luglio niente pesce fresco in tavola per gli italiani per oltre un mese. Parte infatti  il fermo pesca che porta al blocco delle attività della flotta da pesca italiana. Si parte quindi il 28 luglio per l'alto Adriatico nel tratto da Trieste a Rimini, con il blocco per 42 giorni delle barche che hanno sistemi a traino, fino al 5 settembre. L'11 agosto stop alle attività per il centro e sud Adriatico, da Pesaro a Bari, che riprenderanno il 22 settembre. Il 15 settembre si fermeranno i pescherecci a partire da Brindisi, Ionio e Tirreno, fino al 14 ottobre, mentre Sardegna e Sicilia decideranno autonomamente, con uno stop di almeno trenta giorni. A darne notizia è  Coldiretti Impresapesca, spiegando che il provvedimento “ha l'obiettivo di garantire il ripopolamento dei pesci nel mare e salvare così le marinerie dal collasso”.

Allarme di Impresapesca Coldiretti

“Con il fermo pesca aumenta anche il rischio di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato se non si tratta di quello fresco Made in Italy proveniente dalle altre zone dove non è in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare” ha però sottolineato Impresapesca Coldiretti.  L’associazione ha anche voluto ricordare che nel 2014 c’è stato “un calo del 7% dei consumi di pesce fresco in valore nel primo bimestre”. “A segnare un forte calo nei consumi sono soprattutto polpi (-22 per cento), spigole (-20 per cento) e calamari (-16 per cento)” ha sottolineato Impresapesca Coldiretti, specificando che il crollo “ha messo a dura prova la flotta di pescherecci italiana che negli ultimi 30 anni ha già perso il 35 per cento delle imbarcazioni e 18.mila posti di lavoro”.

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