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Cuneo: trovato morto Marco Ramondetti, l’escursionista disperso in montagna

Dell’escursionista 32enne non si avevano più notizie da domenica scorsa. Il corpo è stato trovato nella zona del monte Oronaye, lungo i pendii che conducono alla cima del Bec du Lievre, sulle Alpi appena al di là del confine tra la Francia e la provincia di Cuneo.
A cura di Susanna Picone
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Marco Ramondetti non ce l’ha fatta. Il giovane escursionista di cui non si avevano più notizie da domenica scorsa è stato trovato morto nella zona del monte Oronaye, lungo i pendii che conducono alla cima del Bec du Lievre, sulle Alpi appena al di là del confine tra la Francia e la provincia di Cuneo. A ritrovare il corpo senza vita del giovane di Villanova Mondovì (Cuneo) è stata una squadra mista composta da volontari del Soccorso Alpino e vigili del fuoco di Cuneo, operatori della Croce Rossa, Finanza e i sommozzatori del nucleo di Torino. Il cadavere di Ramondetti era a poca distanza dal monte Oronaye dove fin da subito si erano concentrate le ricerche. Il corpo era ai piedi di un saltino di roccia e, da una prima ricostruzione, si ipotizza che la vittima sia precipitata.

Trovato senza vita dopo 4 giorni di ricerche – Marco Ramondetti, trentaduenne ingegnere alla Magneti Marelli di Torino, domenica mattina aveva salutato i genitori dicendo che sarebbe partito per una gita in montagna.  A dare l'allarme, nella serata di domenica, era stata proprio la famiglia che non lo aveva visto rientrare a casa. Lunedì era stata ritrovata la sua auto, in territorio francese, e ciò ha consentito di proseguire con le ricerche nella zona dell'Oronaye. All’interno dell’auto c’erano precise indicazioni sul percorso da seguire per la vetta del monte Oronaye. Gli uomini del Soccorso Alpino hanno battuto per giorni, palmo a palmo, tutta la zona dove avrebbe potuto dirigersi l’uomo utilizzando anche i cani molecolari. Ma di Marco nessuna notizia fino a ieri mattina, quando è stato ritrovato ormai privo di vita.

Il ricordo degli amici – Chi conosceva il giovane ingegnere-escursionista lo descrive come un “figlio esemplare”, “uno di quegli amici a cui non potevi non voler bene”, “un ingegnere tanto capace da esser chiamato ad offrire la sua competenza in mezzo mondo” e ancora “un uomo su cui chiunque avrebbe potuto fare affidamento nel momento del bisogno”. Alcuni amici hanno parlato di Marco ai quotidiani locali soffermandosi anche per la sua passione per la montagna: “Ma non commetteva mai imprudenze, per questo abbiamo sperato fino all'ultimo che fosse vivo”.

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