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CGIL: “Un milione di persone in cassa integrazione: persi 5.900 euro a testa di reddito”

Il sindacato ha reso noti il numero di lavoratori che hanno chiesto la cassa integrazione: si tratta di un milione di persone, la metà delle quali a zero ore.
A cura di D. F.
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Mentre la disoccupazione continua a crescere la CGIL ha reso noti i dati sulle ore di cassa integrazione richieste, che nel mese di settembre sono salite ulteriormente, arrivando a 104 milioni. Dall'inizio dell'anno al mese scorso oltre un milione di persone sono finite in cassa integrazione: di queste oltre la metà (per l'esattezza 525mila) a zero ore. Ciò ha avuto effetti anche sui redditi, che mediamente sono scesi di 5.900 euro pro-capite dall'inizio dall'anno, per una perdita complessiva di 3,1 miliardi di euro.

A settembre, secondo la CGIL, la richiesta di cassa integrazione ordinaria è aumentata sensibilmente rispetto ad agosto(+265,84%, con 21.603.504 ore autorizzate), ma ha mantenuto una tendenza a diminuire (-32,11% su nove mesi). La cassa integrazione straordinaria sale del 16,4% sul mese di agosto (64.319.661 ore) e del 78,64% su nove mesi. Si registra inoltre un'inversione di tendenza sulla cassa in deroga: se nei primi otto mesi dell'anno le ore concesse sono state in calo rispetto al 2013, a settembre è tornata a salire (+61,93%, con 18.544.345 ore), indicando che in relazione ai finanziamenti stanziati resta una forte sofferenza e permane l'incertezza per quanto riguarda l'anno in corso.

"Mettendo insieme questi dati – sostiene la Cgil – ci chiediamo come possa il governo stimare in 1,5 miliardi la spesa per finanziare politiche attive e passive prevista in legge di stabilità, e come si potrà gestire la crisi se con il jobs act si pensa di ridurre coperture di CIG e cassa straordinaria anziché estenderle".

In questo quadro, e all'indomani dei dati Istat sulla disoccupazione, il ministro dell'Economia Poletti si è dichiarato moderatamente ottimista, in particolare commentando l'apparente incongruità dei dati (crescita di disoccupati e occupati): "E' presto per poter parlare di inversione di tendenza nel mercato del lavoro: c'è però una novità: i dati si muovono nella stessa direzione. Sono cresciuti gli occupati, 82 mila unità, e sono cresciuti anche i disoccupati perché più persone si sono messe a cercare lavoro, infatti sono diminuiti gli inattivi. Ci vorrà del tempo – continua – perché questa tendenza possa consolidarsi, ma i segnali sono piuttosto univoci".

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