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Caso Morosini, Anm si smarca: “Se confermate, sue parole inopportune”

L’Associazione nazionale magistrati si smarca dal membro Csm: “Se confermata, l’intervista inciderebbe sul prestigio della magistratura”
A cura di Antonio Palma
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"Ribadito il diritto del singolo magistrato di esprimere le proprie opinioni  riteniamo che si tratti di dichiarazioni che, se confermate, risultano inopportune e ingiustificate", così, in una nota diffusa oggi,  l'Associazione nazionale dei magistrati interviene sulle polemiche successive all'intervista sulla stampa attribuita al consigliere togato del Csm Piergiorgio Morosini. Secondo l'intervista , riportata dal Foglio, il membro del Consiglio superiore della magistratura avrebbe attaccato il premier Matteo Renzi dicendo che "va fermato". Dichiarazioni che hanno innescato una accesa polemica sia all'interno dei partiti sia tra magistratura e politici. "L'associazione ritiene che si tratti di dichiarazioni che, se confermate, risultano per alcuni aspetti inopportune e ingiustificate e per altri riguardanti temi e argomenti non di pertinenza di un rappresentante dei magistrati presso l'organo di governo autonomo e che incidono sul prestigio della magistratura e sul leale rapporto tra i poteri e gli organi dello stato" scrive oggi l'Anm.

Piergiorgio Morosini dal suo canto ieri aveva già replicato smentendo di aver rilasciato un'intervista al quotidiano e spiegando: "La vicenda mi ferisce perché mi sono state attribuite frasi incomplete, parole che non ho detto e che travisano un colloquio informale". "Nessun giallo, nessun mistero, come da lui stesso confermato nella ‘smentita' che circola su agenzie e social network, il colloquio con la giornalista c’è stato, e ha toccato proprio quei temi", ribattono dal Foglio, aggiungendo: "Morosini smentisce soltanto il titolo tra virgolette comparso nella versione cartacea del Foglio (“Perché Renzi va fermato”), che peraltro non compare nell’articolo".

Lo stesso presidente dell’Anm Edmondo Bruti Liberati durante un'intervista in tv ha ammonito il comportamento di Legnini , spiegando: "Prendo atto della smentita di Piergiorgio Morosini ma le conversazioni informali con i giornalisti sono del tutto inopportune". Sul caso è intervenuto oggi anche il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini che, interpellato  a margine di un convegno, ha spiegato: "Avremo modo di colloquiare e di chiarire che la posizione del Csm non è affatto quella che emerge in questi giorni, ma è il risultato del lavoro duro, importante, intenso di questo anno e mezzo". In merito ad una possibile azione disciplinare nei confronti di Morosini, Legnini ha sottolineato che  non spetta al Csm ma al Procuratore generale presso la Cassazione e al ministro della Giustizia.

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