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Breivik ultimo atto, oggi l’udienza conclusiva. La parola alla difesa

Si conclude oggi il processo allo stragista di Oslo e Utoya: la difesa dell’imputato chiederà l’assoluzione o il riconoscimento della sanità mentale del killer, come da lui auspicato. L’accusa ha invece chiesto l’internamento in ospedale.
A cura di Susanna Picone
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Si conclude oggi il processo allo stragista di Oslo e Utoya: la difesa dell’imputato chiederà l’assoluzione o il riconoscimento della sanità mentale del killer, come da lui auspicato. L’accusa ha invece chiesto l’internamento in ospedale.

È prevista per oggi, venerdì 22 giugno, la conclusione del processo ad Anders Behring Breivik, il 32enne norvegese che lo scorso 22 luglio, quasi un anno fa, nel giro di poche ore provocò la morte di 77 persone, prima facendo esplodere una bomba ad Oslo e poi sparando alla cieca su dei giovani laburisti in campeggio sull’isola di Utoya. Il processo nei suo confronti è iniziato lo scorso 16 aprile dopo che, nei mesi precedenti, due perizie effettuate sullo stragista hanno dato risultati contrastanti: la prima lo dichiarava "non in possesso delle sue facoltà mentali", la seconda ne ribaltava il risultato. Da parte sua, Anders Behring Breivik si è sempre dichiarato sano di mente, non mostrando pentimento per il suo gesto e affermando di voler morire in carcere piuttosto che in un ospedale psichiatrico.

Oggi sarà la difesa a chiedere l’assoluzione, poi parlerà Breivik – Nell’udienza conclusiva del processo Breivik, nel tribunale distrettuale di Oslo, sarà la difesa, dopo le arringhe dell’accusa, a prendere la parola. Chiederà per lo stragista reo confesso l’assoluzione o, in subordine, che sia riconosciuta la sua sanità di mente. La difesa, insomma, proverà a convincere la corte della piena capacità d’intendere e di volere dell’imputato mentre portava avanti la sua strage. Poi sarà lo stesso stragista Breivik a prendere la parola per una propria dichiarazione finale, avrebbe addirittura chiesto di poter parlare almeno per un’ora.

L’accusa ha chiesto l’internamento in ospedale – Per l’accusa, invece, Anders Behring Breivik va internato in un istituto psichiatrico e restarci per il resto dei suoi giorni. Una misura che andrebbe preferita alla detenzione in carcere perché, secondo i pubblici ministeri, la capacità di intendere e di volere del killer non è stata dimostrata oltre ogni ragionevole dubbio. Se dovesse finire in carcere potrebbe ricevere una pena massima di 21 anni di reclusione, prolungabile in caso di persistente pericolosità. Alla conclusione della giornata odierna, la parola passerà al collegio giudicante il quale, a seconda della strada che sceglierà, emetterà una sentenza il prossimo 20 luglio o addirittura il 24 agosto.

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