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Brasile, guerra tra gang in carcere: detenuti decapitati e bruciati vivi

Almeno 25 le vittime durante la rivolta nella prigione di Boa Vista, nel nord del Paese. Le violenze sono iniziate durante l’orario di ricevimento delle visite e circa 100 familiari dei detenuti sono stati tenuti in ostaggi, fino all’arrivo delle forze speciali della polizia.
A cura di Biagio Chiariello
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E’ finita in mattanza la rivolta scoppiata nella prigione di Boa Vista, nel nord del Brasile del Brasile: almeno 25 detenuti sono rimasti uccisi nello scontro tra due bande rivali all’interno del carcere. Secondo quanto ha reso noto un portavoce della polizia locale al quotidiano O Globo, sette detenuti sono stati decapitati mentre altri sei sono rimasti uccisi, bruciati vivi, negli incendi scoppiati durante gli scontri.  La rivolta sarebbe esplosa durante le consuete visite dei familiari della domenica, quando alcuni carcerati, armati di coltelli e bastoni, sono riusciti ad entrare in un’altra ala del penitenziario, dove sono rinchiusi esponenti di un gruppo criminale rivale, e hanno iniziato il massacro. Almeno un centinaio di familiari dei detenuti sono stati tenuti in ostaggio fino all'intervento delle unità speciali di polizia.

Il carcere di Boa Vista può ospitare sulla carta fino 740 detenuti, ma attualmente ve ne sono quasi il doppio. Il Brasile ha la quarta più ampia popolazione carceraria al mondo, con 600mila detenuti. Secondo quanto riferisce la Bbc, nelle carceri più povere spesso a comandare sono i boss delle gang criminali detenuti. Nel penitenziario sito nella capitale dello Stato di Roraima, il mix di sovraffollamento e bande criminali ha creato una situazione assolutamente esplosiva. Va comunque detto che rivolte simili non sono rare in Brasile. Solo pochi giorni fa, il 29 settembre, c’era stata una sommossa nel carcere di Jardinopolis, nello stato di San Paolo. Oltre duecento reclusi sono riusciti a fuggire dal Centro di progressione penitenziaria (Cpp), dopo aver appiccato il fuoco in un’ala della penitenziario. Almeno un centinaio di evasi sono stati successivamente acciuffati mentre si nascondevano in una piantagione di canna di zucchero.

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