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Blue Whale, giovane indagato per istigazione al suicidio a Biella

Sul computer del 19enne di origine russa gli inquirenti hanno trovato diverse foto riferite al macabro gioco ma per ora non vi è la certezza di un suo coinvolgimento.
A cura di Antonio Palma
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Dopo  le segnalazioni dall'estero e alcuni casi di emulazione di cui si è avuto notizia anche in Italia, è massima l'attenzione da parte delle forze dell'ordine al fenomeno del cosiddetto Blue Whale, il gioco che circola sui social e che invita al suicido attraverso alcune prove di autolesionismo. Dopo una nuova segnalazione, infatti, un giovane di 19 anni di origine russa è finito nel registro degli indagati della Procura di Biella con l'ipotesi di reato di  istigazione al suicidio.

Il ragazzo, che abita in provincia, sarebbe stato segnalato ai Carabinieri da un'amica che avrebbe ricevuto un suo messaggio con la frase finale del gioco: "50esimo giorno, vai su un palazzo e buttati". Dai successivi accertamenti dei militari dell'arma, è emerso che sul suo profilo social il ragazzo indagato fa riferimenti espliciti al gioco Blue Whale e ha pubblicato numerose fotografie di braccia tagliate che, però, non sono le sue. L'inchiesta però è nella fase iniziale e al momento ovviamente  il sostituto procuratore a cui è stato affidato il caso, Mariaserena Iozzo, non esclude alcuna ipotesi.

La sua stessa condizione psicologica spinge gli inquirenti ad un’attenta valutazione e alla massima cautela sul caso. Il 19enne infatti  ha precedenti per droga e da tempo è conosciuto da servizi sociali della zona e alle forze dell'ordine. Per questo si pensa possa aver solo voluto fare uno scherzo di cattivo gusto e non è escluso neanche che possa trattarsi soltanto di un caso di mitomania. "Allo stato attuale dell’inchiesta non vi è  la certezza di un suo coinvolgimento in quello che tutti conoscono come Blue Whale. Anche perché, se ne fossimo sicuri, essendo maggiorenne sarebbe già finito in carcere" ha spiegato il pm. Gli inquirenti comunque continuano gli accertamenti tecnici sul materiale sequestrato in casa del ragazzo per valutare anche la posizione di altre persone, per lo più coetanee, vicine al giovane russo.

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