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Berlusconi non può espatriare, il Tar del Lazio conferma il divieto

Il Tribunale amministrativo regionale ha respinto il ricorso dei legali di Berlusconi contro la limitazione imposta all’ex Premier dopo la condanna.
A cura di Antonio Palma
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Silvio Berlusconi non può espatriare e quindi non gli sarà riconsegnato il passaporto. Lo ha stabilito oggi il Tar del Lazio respingendo il ricorso presentato dai legali dell'ex Premier. Il divieto di espatrio e il relativo ritiro del passaporto erano stati imposti al leader di Forza Italia come misura aggiuntiva dopo la condanna definitiva nel processo Mediaset. La sentenza, emessa dalla Sezione prima ter del Tribunale amministrativo regionale del Lazio, ha respinto la richiesta presentata dagli avvocati di Berlusconi ritenendo ancora valido il provvedimento restrittivo poiché l'ex Premier sta ancora scontando una pena residua di un anno di reclusione. Il leader di Forza Italia in effetti sta ancora scontando la condanna seppur con una pena alternativa con l'affidamento in prova ai servizi sociali e quindi non può allontanarsi dal Paese. "L'Amministrazione assume che il ricorrente dovendo espiare una pena di anni uno di reclusione, seppure sospesa (…), non ha titolo ad ottenere il passaporto che quindi deve essere ritirato" si legge nel provvedimento del Tar del Lazio, nel quale si aggiunge che Berlusconi "non può lasciare il territorio dello Stato, e quindi sul documento d'identità deve essere apposta la dicitura ‘documento non valido ai fini dell'espatrio'".

Respinta anche richiesta di ricorso alla Corte di Giustizia europea

Per il Tar "non è la semplice condanna penale che automaticamente legittima la restrizione, bensì una condanna penale non ancora espiata; e la ragione della limitazione non è collegata alla gravità del reato accertato (quando la pena è stata scontata) ma alla necessità per lo Stato di rendere effettiva e agevolmente eseguibile la condanna penale". Il Tribunale regionale inoltre ha ritenuto anche non sussistenti le "ragioni di dubbio per rimettere alla Corte di Giustizia europea la questione di compatibilità delle norme nazionali con quelle comunitarie" sollevate col ricorso proprio in merito al concetto di espatrio. Per gli avvocati di Berlusconi infatti per non espatrio si doveva intendere il non andare oltre il territorio della Comunità europea.

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