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Abusi su una 13enne in spiaggia, pena ridotta in appello per don Ruggeri

Pena ridotta in appello per don Giangiacomo Ruggeri, l’ex portavoce del vescovo di Fano che nel 2012 è stato arrestato per aver compiuto atti sessuali su una sua parrocchiana minorenne. Don Ruggeri (che è ancora un sacerdote) è tornato a vivere con i genitori.
A cura di Susanna Picone
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In primo grado era stato condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione, ora la Corte d’appello di Ancona ha accolto il ricorso del suo difensore e ha ridotto la pena a un anno, 11 mesi e 10 giorni. L’imputato è don Giangiacomo Ruggeri, 46enne ex portavoce del vescovo di Fano, arrestato nel 2012 con l’accusa di aver compiuto atti sessuali su una sua parrocchiana di 13 anni in spiaggia. Al prete i giudici hanno riconosciuto l’ipotesi attenuata e la sospensione della pena. Nel 2012 don Ruggeri era stato arrestato dopo aver scambiato effusioni in spiaggia con la minorenne: atti sessuali compiuti sotto gli occhi del bagnino che chiamò la polizia. Ruggeri e la minorenne erano stati ripresi il 10 e 12 luglio 2012 dalle telecamere nascoste della polizia mentre si scambiavano baci e carezze sotto un ombrellone e nel mare di Torrette a Fano. Soddisfatto per la riduzione della pena in Appello il legale del sacerdote di Fano, Gianluca Sposito, che ha parlato di una decisione a suo avviso “assolutamente adeguata al caso di specie”.

Chi è don Giangiacomo Ruggeri

“Don Server”, così i ragazzi di Fano chiamavano il sacerdote, era direttore della web tv diocesana e assistente spirituale delle scout Scolte, oltre che parroco di Orciano, un paese di duemila abitanti, dove vive la minorenne. Dopo l’arresto del 2012 monsignor Armando Trasarti lo aveva sospeso da ogni incarico pastorale esprimendo pubblicamente sconcerto e dolore per la gravità del fatto e solidarietà alla giovane vittima. Don Giangiacomo Ruggeri finì per 44 giorni in carcere e poi restò per 4 mesi agli arresti domiciliari. Durante l'inchiesta, la tredicenne vittima del sacerdote era stata ascoltata dai pm in un'audizione protetta, assistita da una psicologa. Per l’avvocato Sposito, quella fra la ragazzina e il suo educatore era una sorta di “relazione affettiva privilegiata, un rapporto bilaterale, nonostante la differenza d’età”. “Accetto le decisioni della giustizia”, aveva detto il sacerdote dopo la sentenza di primo grado emessa con il rito abbreviato dal Gup di Pesaro il 3 dicembre 2013. Il prete aveva detto che mai in nessun modo aveva avuto “nell'animo e nei gesti altri sentimenti che non fossero un affetto sincero”, anche se era vero che “in quello che è accaduto ho confuso il modo di esprimere questo affetto”. Ora don Ruggeri, che è ancora un sacerdote anche se non può celebrare in pubblico, è libero ed è tornato a vivere con i suoi genitori nel Fanese.

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