“Via gli schermi prima di dormire”: la regola ferrea della psicologa per tutelare la crescita dei figli

Nel dibattito sempre più acceso su quando e come introdurre smartphone e dispositivi digitali nella vita dei bambini, una regola sembra mettere d'accordo tutti gli esperti: niente telefoni o tablet in camera da letto durante la notte. A sostenerlo con decisione è la psicologa americana Jean Twenge, docente alla San Diego State University e autrice del libro 10 Rules for Raising Kids in a High-Tech World, uscito di recente negli Stati Uniti. Dopo anni di ricerche sugli effetti dei social e della tecnologia sugli adolescenti, Twenge non ha dubbi: "Non ci sono eccezioni. Nessun dispositivo elettronico in camera da letto quando si dorme. Punto".
La questione non è nuova, ma negli ultimi anni è diventata sempre più urgente. Secondo un'indagine condotta nel 2023 da Common Sense Media in collaborazione con il Mott's Children Hospital dell'Università del Michigan, oltre due terzi degli adolescenti dichiarano di perdere molte ore di sonno a causa dell'abitudine di restare collegati ai loro dispositivi fino a tardi. Le notifiche che continuano a suonare, i messaggi che arrivano a tarda sera, le maratone sui social o sulle piattaforme video: tutto contribuisce a ridurre la qualità e la quantità del sonno. "Non dormire abbastanza è un fattore di rischio per quasi tutto ciò che vogliamo evitare nei nostri figli: dalla depressione ai problemi di salute fisica", avverte Twenge.
Il sonno come pilastro della crescita
Gli effetti della mancanza di sonno vanno ben oltre la semplice stanchezza. Numerose ricerche dimostrano che dormire poco o male compromette la concentrazione, la memoria e la capacità di regolare le emozioni. Per un cervello in crescita, come quello di bambini e adolescenti, il sonno rappresenta una funzione vitale, indispensabile per lo sviluppo cognitivo e per l’equilibrio psicologico. "Il riposo adeguato è cruciale per costruire le basi di un adulto sereno e competente", scrive la psicologa. "Se avete la forza di seguire solo una delle regole di questo libro, che sia questa: nessun dispositivo in camera di notte". Una misura semplice, gratuita che – come ribadito anche dallelinee guide pediatriche della Società Italiana di Pediatria – è in grado di fare davvero la differenza.
Social, ansia e nuove dipendenze
La battaglia di Twenge contro l’uso incontrollato della tecnologia non si limita al tema del sonno. Da anni la studiosa mette in guardia genitori e insegnanti sui legami tra smartphone, social media e aumento dei disturbi mentali tra gli adolescenti. Ansia, depressione, isolamento e perdita di autostima sono solo alcuni dei rischi associati a un uso precoce e non regolato dei dispositivi connessi.

Per questo, Twenge consiglia di rimandare il più possibile il momento in cui i ragazzi ricevono il loro primo smartphone personale o accedono ai social network. Nelle sue linee guida, l’età ideale per entrare sui social è non prima dei 16 anni, mentre il telefono personale dovrebbe arrivare solo quando il ragazzo inizia a muoversi autonomamente, per esempio dopo aver preso la patente.
Regole chiare e coerenza
Naturalmente, togliere o limitare l’uso dei dispositivi non è semplice, soprattutto quando i figli sono già abituati a tenerli sempre accesi. Twenge lo sa bene: "I primi giorni possono essere difficili", avvisa la psicologa, ma la chiave risiede proprio nell'imparare a comunicare con trasparenza, spiegando chiaramente le motivazioni dietro alle eventuali restrizioni e, perché no, riconoscendo eventuali errori passati. "Si può dire ai ragazzi: ‘Ho capito che questa scelta non era la migliore. Ora so di più e voglio cambiare le regole per il tuo bene'", racconta. La sincerità, unita alla fermezza, aiuta i figli ad accettare nuovi limiti con meno resistenza. Per chi ha bambini piccoli, invece, è importante impostare le regole fin dall’inizio. Parlare presto dei rischi legati all’uso degli smartphone e stabilire confini chiari può evitare conflitti futuri.