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Uno studio rivela il momento in cui ai bambini smette di piacere la scuola: “Fase decisiva per la loro crescita”

Uno studio condotto su oltre 100.000 studenti del regno Unito ha individuato il momento in cui gli alunni iniziano a perdere interesse per la scuola. Il passaggio dalle classi primarie a quelle secondarie segna infatti un brusco calo di motivazione, benessere e senso di sicurezza nei giovani. E i ragazzi provenienti da contesti di svantaggio sociale ed economico, sono coloro che ne risentono maggiormente.
A cura di Niccolò De Rosa
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I bambini sono per curiosi di natura e affrontano i primi anni di vita con un vorace desiderio d'imparare. Ma allora perché a un certo punto della loro vita, molti ragazzi iniziano a perdere interesse per la scuola, ossia il luogo per eccellenza dove poter saziare la propria fame di sapere? Secondo una nuova ricerca, le ragione di questo cambiamento devono essere ricercate in un momento preciso della crescita: il passaggio dalle elementari alla passaggio alla scuola secondaria. Per gli esperti, è infatti proprio nel periodo tra gli 11 e i 15 anni che i ragazzi subiscono un brusco calo nella motivazione e nel benessere tra i banchi, talvolta finendo per smarrire ogni stimolo e volontà d'impegnarsi nello studio

Il calo dell’entusiasmo comincia a 11 anni

Lo studio condotto dallImpactEd Group e commissionato dalla Research Commission on Engagement and Lead Indicators ha monitorato oltre 100.000 studenti del regno Unito nel corso dell’anno scolastico 2024/2025. I risultati ottenuti hanno mostrano un dato che gli studiosi non hanno esitato a definire piuttosto preoccupante: il passaggio dalla scuola primaria alla secondaria rappresenta infatti il punto in cui la soddisfazione scolastica subisce il calo più drastico.

In particolare, tra la fine della primaria (che gli inglesi chiamano "sesto anno", Year 6, e corrisponde con la nostra prima media) e l’inizio della secondaria (ossia l'Year 7, che per la scuola italiana è già la seconda media), il punteggio medio di gradimento scolastico scende da circa 6 a 3,8 su una scala da 0 a 10. Il dato peggiora ulteriormente gli anni successici. L’indicatore considerava risposte alla domanda "Mi sento felice di andare a scuola la mattina", rivelando quanto l'aspetto emotivo incida sulla partecipazione scolastica.

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Un impatto su benessere, fiducia e sicurezza

La ricerca non si è limitata a misurare la soddisfazione generale, ma ha preso in esame anche aspetti fondamentali come la fiducia, la percezione di sicurezza e il senso di appartenenza. Tra l’autunno e la primavera del primo anno di scuola secondaria, i ragazzi hanno riportato un calo consistente su tutti questi fronti.

Ad esempio, se durante gli anni della primaria le ragazze si dichiarano leggermente più sicure rispetto ai coetanei maschi, questa percezione si inverte e peggiora con l’ingresso nella secondaria. Tra i 12 e i 14 anni poi, la sensazione di sicurezza scende da 7,21 a 5,89 per le ragazze e da 7,40 a 6,55 per i ragazzi. Un campanello d’allarme che riflette un ambiente percepito come meno accogliente e sicuro con l’aumentare dell’età.

Le disuguaglianze sociali si allargano

Lo studio ha evidenziato anche significative disparità legate al contesto socioeconomico. Gli alunni che beneficiano dei pasti scolastici gratuiti – un indicatore spesso usato per identificare situazioni di svantaggio – tendono a riportare livelli più bassi di fiducia, piacere scolastico e senso di appartenenza rispetto ai compagni. E anche se lo studio non ha approfondito tale aspetto, secondo gli esperti anche il ruolo dei social, che proprio a questa età i ragazzi iniziano a usare con maggiore autonomia, potrebbe incidere sulla percezione delle differenze economiche e di status.

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Ancora più preoccupante è il fatto che queste differenze si amplificano con il progredire degli anni scolastici. Gli esperti parlano di un rischio concreto di disconnessione progressiva da parte degli studenti più vulnerabili, con ripercussioni anche sulla frequenza: gli alunni con i punteggi più alti di coinvolgimento sono, infatti, il 10 per cento meno propensi a essere assenti in modo persistente rispetto a chi riporta i punteggi più bassi.

Un momento chiave per intervenire

Per Dame Sue John, presidente della Commissione che ha promosso la ricerca, è fondamentale intercettare i segnali di disinteresse già dai primi anni della scuola secondaria: "Dobbiamo individuare i momenti in cui gli studenti iniziano a perdere il contatto con la scuola, per intervenire prima che si arrivi all’abbandono o a risultati scolastici scadenti" ha affermato in una dichiarazione riportata dal quotidiano britannico The Independent.

Un punto condiviso anche da Margaret Mulholland, esperta di inclusione presso l’Associazione dei dirigenti scolastici e dei college:"Il passaggio dalla primaria alla secondaria è una fase delicatissima. Ansia, comportamenti problematici e calo dell’autostima sono dietro l’angolo. È essenziale che le scuole abbiano accesso a servizi specialistici per sostenere gli studenti, soprattutto quelli con disabilità o problemi di salute mentale".

Garantire una transizione scolastica più fluida e supportata, capace di tutelare il benessere psicologico dei ragazzi e prevenire l’allontanamento emotivo e fisico dalla scuola, appare dunque sempre di più come una vera e propria urgenza educativa. Perché, come ricorda lo studio, la felicità di entrare in classe ogni mattina non è un dettaglio secondario, ma la base di ogni apprendimento duraturo.

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