Secondo uno studio, i bambini che prendono molti antibiotici si ammalano di più: “Serve più cautela”

L'utilizzo massiccio di antibiotici sui bambini non solo rischia di aumentare l'antibiotico-resistenza – un grosso pericolo per la salute globale – ma espone i piccoli a un rischio maggiore di ammalarsi. A dirlo è un nuovo studio condotto su oltre 22.000 bambini islandesi ha riacceso il dibattito sull’uso degli antibiotici nei primi giorni di vita. La ricerca è stata realizzata dall’Università d’Islanda ha evidenziato che un’esposizione precoce a questi farmaci potrebbe aumentare significativamente il pericolo di infezioni, asma e necessità future di altri antibiotici. Un dato che rafforza quanto già ipotizzato da precedenti studi: l’uso non strettamente necessario di antibiotici in età neonatale può avere effetti a lungo termine sulla salute del bambino.
Uno studio su oltre metà dei nati islandesi in un decennio
Il lavoro, pubblicata su The Pediatric Infectious Disease Journal, ha seguito un ampio campione di bambini nati tra il 2010 e il 2019, rappresentando più del 50% dei nati nel Paese in quel periodo. I ricercatori hanno osservato i bambini per un periodo compreso tra i due e i dodici anni, suddividendoli in quattro gruppi in base all’esposizione agli antibiotici: chi li ha ricevuti alla nascita, chi durante il parto, chi nella prima settimana di vita e chi non ne ha ricevuti nei primi sei mesi. I risultati hanno mostrato che tutti i gruppi con esposizione precoce agli antibiotici presentavano un’incidenza più alta di infezioni respiratorie, gastrointestinali e urinarie rispetto a chi non ne aveva ricevuti. In particolare, è stato riscontrato un incremento fino al 20 per cento delle infezioni respiratorie, del 28 per cento di infezioni gastrointestinali, e oltre il 50 per cento di infezioni delle vie urinarie.

Il legame con l’asma e altre condizioni
Non solo infezioni. I ricercatori hanno osservato un rischio aumentato di sviluppare asma nei bambini esposti precocemente agli antibiotici. L’incidenza cresceva in modo marcato a partire dai tre anni di età e diventava ancora più evidente dopo gli otto. Nei gruppi con esposizione neonatale, il rischio di ricevere una diagnosi di asma risultava fino al 91 per cento più alto rispetto ai bambini non trattati. Anche gli interventi per l’inserimento di drenaggi auricolari (i cosiddetti "tubicini" per l’otite) erano più frequenti tra i piccoli che avevano ricevuto antibiotici subito dopo la nascita.
Un microbioma compromesso
Sebbene non sia ancora stata individuata una causa chiara e univoca, l’ipotesi più accreditata è che l’antibiotico interferisca con il microbioma intestinale del neonato, ossia quell’insieme di batteri "buoni" che si sviluppa nei primi mesi di vita e che è essenziale per l’equilibrio del sistema immunitario. Come spiegano gli autori dello studio, questo squilibrio potrebbe compromettere la capacità del sistema immunitario di reagire correttamente alle infezioni comuni nei primi anni. Diversi esperimenti condotti sui topi neonati hanno infatti mostrato some animali con microbioma alterato a causa degli antibiotici reagissero in modo meno efficaciemente agli agenti patogeni rispetto a quelli non esposti.

La raccomandazione: prudenza e uso mirato
Sebbene i risultati vadano approfonditi in studi successivi su popolazioni più ampie e controllando altri fattori (come l’allattamento, la genetica o le condizioni socioeconomiche), gli autori sottolineano l’importanza di usare gli antibiotici solo quando strettamente necessario. "Sono farmaci essenziali in molte situazioni, ma l’abuso è ormai un problema globale", avvertono i ricercatori, che invitano a un uso più cauto, soprattutto nei primi mesi di vita.