Se vostro figlio crede in Babbo Natale c’è una cosa che non dovete mai fare

E se a svelare il grande segreto più di Natale non fosse un compagno di classe, un cugino più grande o una distrazione dei genitori, ma l'intelligenza artificiale? Oggi i bambini hanno accesso quotidiano ai dispositivi di mamma e papà e sotto Natale, quando l'attesa cresce e la curiosità si fa più insistente, la grande domanda può prendere una strada nuova e inaspettata. Non più rivolta agli adulti o affidata a una letterina, ma digitata in una chat: "Babbo Natale esiste davvero?".
Un interrogativo semplice, potentissimo, che per generazioni ha segnato il confine tra fantasia e realtà. Oggi, però, quel confine può essere attraversato con un click. Per capire cosa succede quando la domanda finisce nelle mani di un chatbot, abbiamo deciso di rivolgerci ai tre modelli di intelligenza artificiale più diffusi e facilmente accessibili – ChatGPT, Gemini e Copilot – per valutare le loro risposte.
Le risposte dei chatbot
Abbiamo iniziato con ChatGPT. Alla domanda diretta "Ciao, Babbo Natale esiste?", l'IA ci ha risposto scegliendo un approccio soft, spiegandoci che Babbo Natale non è proprio una persona reale che vive al Polo Nord, ma rappresenta "un'idea potente", simbolo della magia del Natale, della generosità e del dono gratuito. Una risposta che sposta il discorso sul piano dei valori e dell'immaginazione, senza però confermare l'esistenza effettiva del personaggio. Curiosi di sapere se l'interazione sarebbe cambiata avendo davanti un bambino, abbiamo quindi riprovato a porre la stessa domanda, ma solo dopo avergli riferito di avere otto anni. In questa seconda conversazione il tono di ChatGPT è risultato ancora più gentile e accogliente, ma il risultato non è cambiato granchè: Babbo Natale veniva comunque ricondotto a una tradizione ispirata a San Nicola e mantenuta viva dagli adulti per custodire la magia dell’attesa.
Di fronte al medesimo quesito, Gemini, ha invece adottato un registro più enciclopedico. Partita dalla dimensione simbolica e culturale, l'IA di Google ha citato leggende, folklore, letteratura e l'immancabile figura storica di San Nicola. Anche qui non c'è spazio per una slitta che solca i cieli nella notte della vigilia. Lo "spirito" di Babbo Natale esiste, ma la persona fisica proprio no. La risposta è chiara, ordinata, ma più adatta a un adulto che a un bambino.

Copilot di Microsoft ha infine mostrato un'attenzione particolare al tono emotivo, rivolgendosi al bambino valorizzando la bellezza della fantasia e della magia, spiegando che Babbo Natale vive nelle storie e nei cuori delle persone. Anche in questo caso, però, la risposta evita accuratamente di confermare l'esistenza reale del pingue signore che vive al Polo Nord, spostando il significato sul piano simbolico e affettivo.
Evitare l'IA per preservare la magia
Come emerge chiaramente da questo rapido scambio, i modelli di intelligenza artificiale non sono progettati per interagire in modo specifico con i bambini. Anche quando l'età viene dichiarata, il tono si ammorbidisce, il linguaggio si fa più cauto e le parole più misurate, ma il contenuto resta quello di una risposta "da adulti", razionale e strutturata. Un registro che, per un bambino delle elementari, può essere sufficiente a spezzare l'incantesimo e a cancellare quell'attesa trepidante che lo accompagna a letto, immaginando le sorprese che Babbo Natale gli farà trovare il mattino dopo sotto l'albero.
Per questo, se l'obiettivo è preservare ancora per un po' la magia di Babbo Natale, una buona idea può essere quella di sorvegliare, o almeno accompagnare, ciò che i bambini fanno quando parlano con un chatbot. Un suggerimento buono per tutte le stagioni, visto che sono ormai numerosi gli studi e i casi di cronaca che riportano gli inquietanti rischi delle interazioni tra IA e giovani poco consapevoli dello strumento che si trovano a utilizzare, ma che sotto le Feste diventa anche una precauzione per allungare di qualche anno l'innocenza e l'ingenuità tipica del periodo natalizio.Perché l'intelligenza artificiale sa raccontare storie, spiegare simboli e citare tradizioni, ma non sempre sa proteggere i segreti più preziosi dell'infanzia.