“Se non ho il cellulare in mano mi viene l’ansia”: il pensiero del 17% dei ragazzi secondo il nuovo rapporto OCSE

"Fisicamente distanti ma mai soli", è questo il dipinto delle generazioni di bambini di oggi, iper connessi e vittime delle ansie di quei sistemi tecnologici sempre in aggiornamento di cui neanche i loro genitori conoscono davvero i pericoli. A descriverli è il nuovo rapporto OCSE "How's Life for Children in the Digital Age?" pubblicato nella giornata di ieri.
Cosa fanno durante il giorno i nativi digitali
I ricercatori dell'OCSE hanno analizzato 45 indicatori comparabili su scala internazionale legati ai bimbi e al loro uso degli schermi scoprendo che, nonostante la tecnologia fornisca ai minori di oggi moltissime opportunità di gioco, apprendimento e connessione, l'uso smodato che spesso ne fanno impatta fortemente sulla loro salute fisica e psicologica. Dai dati raccolti emerge che l'84% dei 15enni utilizza i device tecnologici almeno due ore a settimana con l'obiettivo di imparare qualcosa di nuovo. Il 40% dei ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 15 anni, però trascorre regolarmente il tempo della propria giornata sui social media per connettersi ai coetanei. "Il rischio per la loro salute mentale è che disimparino a connettersi nella vita reale, che incontrino il bullismo in rete e che pur di rimanere online inizino a dormire poco e a condurre stili di vita del tutto sedentari" si legge dallo studio.
La maggior parte dei ragazzi, infatti, fa un uso esagerato in termini di tempo dei propri dispositivi cellulari. Il 27% di loro a 15 anni trascorre 3 ore al giorno giocando ai videogame, l'8% dei ragazzi e il 3% delle ragazze anche 7 ore in una giornata. Il 66% di loro trascorre almeno 3 ore sui social media quotidianamente. Dai dati emerge che ad avere un rapporto problematico con schermi e social sono soprattutto i figli che crescono in famiglie monoparentali, costituite cioè da un unico genitore oltre a loro.
Come stanno le generazioni sempre connesse
A spaventare molto è la risposta del corpo e della mente dei ragazzi a questa evidente dipendenza dai social network e dai dispositivi digitali già a partire dagli 11 anni. Il 16% di loro, pur di stare online, trascura qualsiasi tipo di altro hobby, mentre il 17% di loro afferma di sentirsi ansioso e nervoso quando non è connesso alla rete o non può utilizzare i propri dispositivi digitali. "La verità è che la tecnologia ha del tutto trasformato il modo di comunicare dei bambini, offrendo loro sì dei benefici ma anche un alto prezzo da pagare ossia la dipendenza che causa in loro non pochi problemi mentali e fisici".
Secondo gli esperti che hanno redatto il report, infatti, la rete permette ai ragazzi di agire spesso senza regole, senza il proprio nome e senza la fisicità del mondo reale portandoli o a cadere vittima degli adescatori o a finire per essere dei bulli. "I social danno l'idea ai ragazzi di avere più amici ed essere connessi in realtà li isolano e fungono solo da placebo per la solitudine". Per tanto dal report suggeriscono di regolamentare l'uso dei social per i minori e di proteggerli anche illustrando ai loro genitori i rischi della rete.