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Scrivere a mano è un superpotere cha aiuta i bambini a imparare meglio: la conferma in uno studio

Uno studio dell’Università dei Paesi Baschi rivela che scrivere a mano favorisce l’apprendimento della lettura più della tastiera. Nei bambini tra i 5 e i 6 anni, il gesto grafico aiuta a memorizzare lettere e parole, soprattutto se associato a esercizi variabili e non guidati. Gli esperti: la tecnologia, da sola, non basta.
A cura di Niccolò De Rosa
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Intorno ai cinque o sei anni, quando i bambini muovono i primi passi nel mondo della lettura e della scrittura, dare loro una tastiera invece di una penna e un foglio potrebbe influenzare profondamente il modo in cui imparano. Molto più di quanto si possa immaginare. A dirlo è uno studio dell’Università dei Paesi Baschi (UPV/EHU) il cui obiettivo era proprio analizzare come le nuove risorse digitali vadano a impattare sui processi di apprendimento dei più piccoli. Il risultato? Benché percepita come un'attività sempre più vetusta, la scrittura manuale aiuta davvero a imparare di più.

Perché scrivere a mano conta

Nel mondo della scuola di oggi, è ormai comune vedere bambini alle prese con tastiere e schermi. Molti programmi digitali sono progettati per accompagnare l’apprendimento, in particolare nelle fasi iniziali della lettura e della scrittura. Ma proprio mentre la carta e la penna rischiano di finire in secondo piano, i ricercatori si sono chiesti che ruolo giochi il gesto fisico dello scrivere. Secondo Joana Acha, che ha coordinato lo studio, "i bambini che usano le mani ottengono risultati migliori nell’apprendimento delle lettere e delle parole".

Per verificare questa ipotesi, i ricercatori hanno lavorato con cinquanta bambini tra i cinque e i sei anni, un’età cruciale per l’apprendimento della lettura. Ai piccoli partecipanti sono state insegnate nove lettere tratte dagli alfabeti georgiano e armeno – quindi completamente nuove per loro – insieme a sedici parole inventate, chiamate "pseudoparole". In questo modo, si è potuto misurare l’apprendimento da zero, senza interferenze dovute a conoscenze pregresse.

I bambini sono stati divisi in due gruppi: metà ha imparato copiando le lettere a mano, l’altra metà usando la tastiera. Dopo il periodo di apprendimento, tutti sono stati sottoposti a tre prove: riconoscimento delle lettere, scrittura e pronuncia. Terminati tutti i testi, chi aveva scritto a mano ha mostrato una maggiore capacità di memorizzare e riprodurre lettere e parole, soprattutto le pseudoparole, dimostrando di aver assimilato meglio la struttura dei vocaboli.

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Non conta solo come si scrive, ma anche con che libertà

Lo studio ha approfondito anche un altro aspetto che ha sorpreso non poco i ricercatori. Oltre al mero gesto di coordinazione occhio-mano per poter tracciare dei segni sul foglio, la scrittura a mano è risultata molto più efficace per l'apprendimento anche grazie al fatto che offre una maggiore variabilità visiva e di movimento. All’interno di ciascun gruppo (manuale e digitale), infatti, alcuni bambini hanno copiato le lettere seguendo un tracciato puntinato (bassa variabilità), mentre altri le hanno riprodotte liberamente (alta variabilità). Stessa cosa per chi scriveva al computer: c’era chi usava sempre lo stesso font e chi ne alternava diversi.

I risultati hanno mostrato che anche questa variabilità influisce: chi ha potuto variare di più – per esempio scrivendo a mano senza linee guida – ha sviluppato una maggiore capacità di riconoscere e usare le lettere. Questo suggerisce che l’apprendimento non è solo questione di ripetizione, ma anche di coinvolgimento attivo e di flessibilità cognitiva. E battere le dita su una tastiera o uno schermo, sotto questo punto di vista risulta un'azione ben più limitante rispetto al tratto su foglio a mano libera

Scrivere non è solo un esercizio tecnico

In definitiva, lo studio della UPV/EHU ha confermato l'enorme l’importanza della scrittura manuale nell’apprendimento dei bambini, un'attività che dunque dovrebbe continuare ad essere incoraggiata anche nell'era iper-tecnologica in cui stiamo vivendo. Non si tratta infatti solo di un modo per comunicare, ma di un processo che coinvolge corpo e mente, facilitando la memorizzazione e la comprensione della lingua scritta. E come sottolineato da Acha, "la funzione grafomotoria è essenziale per imparare lettere e strutture delle parole".

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