“Quando ci date un nipotino?” La risposta definitiva di una donna per zittire i parenti a Natale

Succede spesso, soprattutto durante le festività, che tra una portata e l'altra arrivi la domanda fatidica da parte del parentado: "Allora, quando ci date dei nipotini?". È bastata una frase di questo tipo, pronunciata dalla suocera, a incrinare il Natale di una donna che sperava semplicemente di godersi un cenone sereno in famiglia. A raccontarlo è stata lei stessa su Threads, il social di Meta dedicato alle conversazioni testuali, dove il suo sfogo e, soprattutto, la strategia elaborata un anno dopo per affrontare situazioni simili sono diventati virali, raccogliendo centinaia di migliaia di visualizzazioni e migliaia di commenti.
"Ho sorriso forzatamente, cambiato argomento e poi sono tornata a casa a piangere", ha scritto l'utente che si firma @no.more.pleasing, raccontando l'effetto dirompente di quella domanda apparentemente innocua. Non era la prima volta che la madre di suo marito faceva uscite simili, suggerendo di "non aspettare troppo" o ricordando che "l’orologio biologico ticchetta" facevano già parte del copione. Quel giorno, però, la pressione è stata più forte della capacità di difendersi e la donna è finita per scoppiare a piangere. Da quale momento, la donna ha però cominciato a lavorare su se stessa, rafforzando le proprie sicurezze e pianificando un copione da seguire per affrontare le future riunioni di famiglia senza il terrore delle domande indiscrete.
Un anno dopo, con le parole giuste
Dodici mesi più tardi, la donna, che per ora continua a mantenere l'anonimato ,si dice pronta e ha condiviso sui social la sua strategia. Non discutere mai, ma chiudere il discorso senza lasciare ogni possibilità di replica. Nel suo thread ha spiegato di aver deciso di non giustificarsi più, di non scherzarci sopra, di non offrire scadenze vaghe che aprono la porta a nuove domande. La frase chiave è una sola: "Non è un argomento di cui parlo". Secca, ripetibile, senza appigli. "Le mie scelte riproduttive non sono una conversazione da cena", scrive, invitando a cambiare subito argomento.
Nel post, l'autrice ha anche elencato anche cosa evitare: dire "ci stiamo provando", promettere un "forse presto", minimizzare con una battuta. Tutte risposte che, secondo lei, alimentano aspettative e rimandano alla possibilità di tornare sull'argomento. Meglio prepararsi prima, allenarsi davanti allo specchio come De Niro in Taxi Driver, perché – ha raccontato – la mente tende a voler compiacere, spiegare, smorzare la tensione. "Lo script batte il panico", sintetizza.

Un coro di storie simili
Nei commenti, centinaia di persone hanno condiviso esperienze analoghe e le ferite lasciate da domande intrusive. C'è chi ha ricordato anni di infertilità vissuti in silenzio, chi ha ammesso di aver usato risposte volutamente spiazzanti per far tacere gli altri. Altri hanno sottolineato l’importanza di lasciarsi scivolare addosso certe parole, perché, alla fine, un motivo per criticare si trova sempre. Una commentatrice, in particolare, ha ricordato di essersi sposata a 19 anni e di essere diventata madre a 20, ricevendo più giudizi che auguri. Anni dopo, quando il figlio adolescente le ha annunciato una gravidanza, la sua reazione è stata l'opposto di quelle subite, offrendo fin da subito tutto il proprio sostegno. "L'anno scorso sono tornata a casa in lacrime. Quest'anno ho le parole giuste", ha concluso l’autrice del thread. E, a giudicare dalla risposta della rete, non è l'unica ad averne avuto bisogno.