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Quali sono le migliori città italiane in cui crescere dei bambini (e perché)

Il Sole 24 Ore ha pubblicato la classifica 2025 sulla qualità della vita per fasce d’età, presentata al Festival dell’Economia di Trento. Lecco si è dimostrata la provincia migliore per i cittadini più giovani, grazie a servizi, sicurezza e benessere.
A cura di Niccolò De Rosa
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Quali sono i territori italiani che meglio rispondono ai bisogni di bambini, giovani e anziani? A fare il punto è la nuova edizione della classifica sulla Qualità della vita per fasce d’età, elaborata per il quinto anno dal Sole 24 Ore e presentata al Festival dell’Economia 2025 di Trento. Un’analisi che, grazie a dati statistici certificati e a un sondaggio Eumetra con Save the Children, ha fotografato benessere, salute e servizi dedicati alle generazioni più fragili e strategiche della società, mostrando un Paese che viaggia acnora a due velocità.

Nella graduatoria stilata sulla base di 12-15 criteri selezionati in base alla fascia d'età di riferimento – oltre a parametri come istruzione, servizi sanitari e opportunità lavorative, si valutano ora anche fattori come la qualità delle reti familiari, gli incidenti stradali notturni e il consumo di farmaci anti-obesità – a dominare le classifiche è infatti il Nord dello Stivale, che nei primi tre posti delle tre categorie selezionate (bambini, giovani e anziani) piazza otto città su nove.

Bolzano guida infatti la classifica degli over 65, seguita da Treviso e Trento. Tra i giovani (18-35 anni), è Gorizia a confermarsi prima per il secondo anno consecutivo, davanti a Bolzano, Cuneo e Trieste. Lecco, invece, primeggia per la qualità della vita dei bambini. La città affacciata sul lago eccelle infatti nello sport giovanile, nelle competenze scolastiche e per la bassa incidenza di reati a danno dei minori. A completare il podio Siena, unica città del Centro, e Aosta.

Lecco città a misura di bambino

Lecco è stata eletta la città con la migliore qualità della vita per i bambini grazie all’ottimo punteggio ottenuto su quindici indicatori, pensati per misurare quanto una comunità sappia garantire ai più piccoli i bisogni fondamentali: dalla scuola al tempo libero, dalla sanità ai luoghi di socializzazione, fino alla sicurezza.

Lecco
Lecco

La città lombarda ha infatti ottenuto il punteggio più alto di tutte sull'indicatore "sport e bambini" – realizzato sul calcolo del numero di bambini che praticano attività sportiva, i risultati ottenuti e le relazioni dello sport con l’economia e la realtà sociale – e si è piazzata molto bene su voci come "delitti denunciati a danno di minori" (secondo posto dietro Pordenone), "competenze numeriche non adeguate" (dove più basso era il tasso, migliore era il punteggio e Lecco si è guadagnata il secondo posto) e "competenze alfabetiche non adeguate" (terzo posto secondo i medesimi criteri). Premiata anche la qualità delle reti sociali – ossia la percentuale di parenti e conoscenze su cui contare – e il tasso di fecondità, attestato a 1,2 figli per donna (la media italiana è 1,24).

Le altre eccellenze per i più piccoli

Sul secondo gradino del podio ci ha pensato Siena a difendere l'onore toscano, ottenendo alti punteggi nel numero di pediatri attivi ogni 1000 abitanti (secondo posto in assoluto, dietro a Cagliari), nell'incidenza % sul reddito pro capite della retta della mensa scolastica e nella percentuale di edifici scolastici dotati di una mensa.

Aosta, arrivata terza, si è invece confermata una città dotata di un ottimo spazio abitativo – calcolato sulla superficie media delle abitazioni per componenti medi di una famiglia – un costo della vita sostenibile e un'eccellente offerta di servizi comunali per l'infanzia. Per quanto riguarda il verde attrezzato, ossia l'estensione di giardini e parchi attrezzati per accogliere le attività della fascia 0-14 anni, la città più appetibile è risultata essere Gorizia, seguita da Ravenna e L'Aquila. Trieste è invece la provincia con la migliore spesa sociale per famiglie e minori.

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