Perché una madre ha lasciato che il figlio andasse a scuola vestito da alieno: “È stata una prova di fiducia”

Quando si ha il sospetto che un figlio stia commettendo un errore, è meglio approfondire la situazione, rischiando di mettere in dubbio la sua capacità di gestire i propri piccoli problemi, oppure fidarsi e accettare la possibilità che il bambino vada incontro a una delusione? È questo il dilemma davanti al quale si è trovata Hannah Morrison, una mamma di tre bambini del Texas, che non era del tutto convinta quando il figlio di sette anni le ha annunciato con una certa sicurezza che a scuola si sarebbe celebrata una giornata dedicata ad astronauti e alieni. Nessuna email, nessun avviso, nessuna comunicazione ufficiale: solo la determinazione del piccolo, convinto che quella fosse la giornata giusta per travestirsi da extraterrestre.
Alla fine Hannah ha deciso di fidarsi, lasciando che il piccolo uscisse di casa indossando un enorme costume gonfiabile verde fosforescente, pronto per affrontare la giornata scolastica nello spazio. La scena, condivisa dalla madre su TikTok e diventata virale in poche ore, ha mostrato come a volte spetti ai genitori chiudere un occhio e lasciare che i figli facciano di testa loro, anche a costo di imparare dai propri errori.
Un esperimento di autonomia
Dietro la scelta di Hannah non c'era infatti solo il desiderio di creare un simpatico content per i social, ma un vero esercizio di fiducia educativa. Come ha spiegato al sito di Newsweek, la donna si era recentemente ispirata a un libro dello psicologo James C. Dobson, secondo il quale i bambini dell'età di suo figlio hanno bisogno di sperimentare indipendenza e responsabilità. Così, quando il bambino le ha comunicato la notizia della giornata a tema spaziale proprio la mattina stessa, Hannah ha esitato. "Pensavo mi stesse prendendo in giro", ha ammesso. La scuola, ha proseguito, di solito è molto attenta nella comunicazione con i genitori, e di quel presunto evento non vi era traccia nella sua casella di posta elettronica.
Dopo aver chiesto conferma a un'altra madre – anch'essa all'oscuro dell'evento – Hannah si è trovata davanti a un bivio: proteggere il figlio dal rischio di sbagliare o lasciarlo imparare dall'esperienza. "Il peggio che può succedere è che debba cambiarsi e ne ridiamo insieme", si è detta. "La cosa più importante è che mio figlio si senta amato e creduto".
L'arrivo a scuola e la prova del nove
Il momento della verità è arrivato davanti ai cancelli della scuola. Nessun altro bambino sembrava travestito, e l'unico segnale vagamente riconducibile al tema spaziale era la gonna metallizzata di un'insegnante, coperta da un impermeabile. Nonostante tutto, il piccolo è sceso dall’auto e si è diretto con entusiasmo verso la classe, fiero del costume alieno. Per la madre, quell'immagine è stata un piccolo colpo al cuore, un misto di orgoglio e timore. Ma ha comunque resistito alla tentazione di intervenire, scegliendo di rispettare la convinzione del figlio.
Quando, nel pomeriggio, Hannah è tornata a scuola per riprendere il figlio, ha subito notato che non indossava più il costume. Alla domanda se davvero fosse la giornata di "Astronauti e Alieni", il bambino ha però risposto con disarmante naturalezza: "Certo! Ma le batterie del costume si sono scaricate. La prossima volta ne portiamo di più!". Per Hannah quella è stata la conferma di aver fatto centro: il figlio si era reso conto dell'inciampo ma era riuscito a non farsi scoraggiare dallo sbaglio. E una simile consapevolezza è ben più importante del passeggero imbarazzo di ritrovarsi in una classe con indosso un costume da alieno gonfiabile.