Perché mio figlio ride quando lo sgrido? La spiegazione dell’esperta: “Non è sfida, ma bisogno di sicurezza”

La scena è familiare per molti genitori: il bambino combina qualcosa che non doveva fare e, durante il rimprovero, invece di mostrarsi pentito o almeno dispiaciuto, accenna un sorriso impertinente che, molto spesso, contribuisce a far arrabbiare ancora di più l'adulto che sta cercando di fargli il suo comportamento sbagliato. Dietro quel gesto non si celano però né mancanza di rispetto né insolenza, ma un meccanismo di difesa che nasconde emozioni molto più profonde.
Secondo la parental coach e assistente sociale australiana Genevieve Muir, il sorriso che compare sul volto di un bambino mentre viene sgridato non va interpretato come sfida. "Quando un bambino sembra disobbedire o comportarsi in modo provocatorio, in realtà sta vivendo una situazione emotiva più grande di lui. È sopraffatto", ha chiarito l'esperta in un video su TikTok . Alcuni piccoli, in questi momenti, crollano in lacrime, altri reagiscono con atteggiamenti buffi o in apparenza leggeri. Il sorriso, quindi, non riflette la realtà interiore del bambino, ma una sorta di maschera. Sotto quella facciata, osserva Muir, "nove volte su dieci si nascondono tristezza e paura".
Un istinto che nasce presto
Il meccanismo ha radici profonde. Come ricordato dallo psicologo clinico Colby Pearce, fin dai primi mesi di vita i neonati imparano a sorridere per regolare il legame con i genitori e stimolare una risposta affettuosa. Questa strategia istintiva, utile alla sopravvivenza, si mantiene anche negli anni successivi. "Valutato in quest'ottica, il sorriso non è soddisfazione di sé, ma un comportamento istintivo che serve ad alleviare l’ansia e a ristabilire una sensazione di sicurezza", ha affermato Pearce in un intervento ripreso dall'Huffington Post Uk. Non si tratta quindi di un atteggiamento sfacciato da pare di un bambino menefreghista, ma rappresenta prova di quanto senta il bisogno di essere rassicurato.
Come reagire da genitori
Se il bambino sorride dopo un rimprovero, ha spiegato Muir, la cosa migliore da fare è tradurre in parole ciò che sta accadendo, pronunciando frasi come: "Vedo che mi sorridi anche se io sono arrabbiato. Immagino che sotto quel sorriso tu sia un po' triste o preoccupato per quello che è successo". In questo modo il piccolo si sentirà compreso e il suo atteggiamento cambierà più facilmente.
Diverso è però il caso in cui il sorriso accompagna un comportamento scorretto ripetuto, come saltare sul divano dopo aver ricevuto già un avvertimento. In quel contesto è necessario intervenire in modo pratico, fermando fisicamente l’azione. "Il messaggio da trasmettere è: so che stai verificando come reagirò, ma non ti permetterò di continuare", ha suggerito Muir. Il punto centrale, ribadiscono gli esperti, è dunque mantenere un atteggiamento calmo e sicuro, senza leggere nel sorriso una mancanza di rispetto. Essere fermi ma gentili, aiutando il bambino a contenere ciò che non riesce ancora a gestire da solo, diventa il modo più efficace per educarlo. "I bambini sono innatamente portati a compiacere gli adulti, perché da loro dipende la loro sopravvivenza", ricorda Muir. Credere in questo principio aiuta i genitori a interpretare meglio i comportamenti che, a prima vista, sembrano provocatori ma in realtà sono segnali di bisogno.