Perché la salute mentale dei bambini va nutrita come il corpo: “Social e fake news come il cibo spazzatura”

Negli ultimi anni la salute mentale dei giovani è diventata una delle sfide più urgenti per famiglie, scuole e società. Le nuove generazioni crescono in un mondo complesso e in rapido cambiamento, tra crisi globali, instabilità economica, e un futuro percepito come sempre più incerto. Non stupisce dunque che, a livello internazionale, gli indicatori di benessere psicologico siano in costante peggioramento. Di fronte a un simile scenario, diversi studiosi invitano a riflettere su un punto: se educhiamo i bambini a mangiare bene e a fare movimento per prendersi cura del corpo, perché non li aiutiamo anche a coltivare una buona salute mentale? È la domanda posta da Amy Dawel, psicologa clinica e professore associato alla Facoltà di Medicina e Psicologia della Australian National University, che in un articolo pubblicato su The Conversation ha spiegato come non solo sia ma possibile, ma addirittura necessario intervenire già nei primi anni di vita.
Partire presto: prevenzione e cervello in crescita
Secondo Dawel, prevenire il disagio è la prima cura che ogni genitore dovrebbe approntare per tutelare il benessere dei figli. Questo vale quando si parla della necessità di seguire una dieta equilibrata (mangiando bene i bambini crescono più sani e meno predisposti ad alcune malattie), sia quando si punta a tutelare la salute psicologica dei più giovani. Il cervello dei bambini è infatti più "plastico" nei primi anni di vita ed è capace di modellarsi in base alle esperienze. Ciò significa che stress e traumi possono renderlo più vulnerabile, (come dimostrato anche da un recente studio dell'Università della California, Irvine) mentre le esperienze positive contribuiscono a costruire basi solide per il benessere futuro. Come avviene con l'alimentazione, anche le buone abitudini psicologiche, se apprese da piccoli, tendono a radicarsi nel tempo.

Coltivare relazioni autentiche, padronanza ed emozioni positive
Il primo ingrediente per una buona salute mentale è la qualità dei rapporti umani. "Gli esseri umani sono creature sociali", ricorda Dawel citando Aristotele, e la solitudine rappresenta uno dei principali fattori di rischio per problemi psicologici. Interagire di persona favorisce invece una sorta di "sincronizzazione" tra cervelli e comportamenti, un'armonia che rafforza il senso di connessione e la capacità di trattarsi con gentilezza. Tali contatti devono però essere il più possibili autentici e immersivi: le relazioni virtuali non offrono lo stesso beneficio. Per questo è importante che bambini e adolescenti abbiano tempo e spazio per costruire rapporti autentici: giocare insieme, cucinare, passeggiare o condividere attività piacevoli.
Un altro pilastro del benessere è poi la sensazione di poter affrontare e superare le difficoltà. Citando appoggiandosi a recenti ricerche in ambito psicologico e sociale, Dawel ha richiamato il concetto di "mastery", traducibile piu o meno con "padronanza", ossia quella percezione di riuscire a mantenere il controllo sul proprio mondo. Quando i giovani imparano a dominare una nuova abilità o a risolvere un problema, infatti, rafforzano autostima e resilienza. Che si tratti di suonare uno strumento, dipingere o giocare in squadra, i ragazzi dovrebbero dunque essere sottoposti a sfide motivanti non legati a premi esterni (l'attestato, il trofeo o il plauso del pubblico) ma al senso di realizzazione personale che si prova quando ci si accorge di essere riusciti a raggiungere l'obiettivo.

Non meno fondamentali sono infine le emozioni positive, dalla gratitudine alla curiosità, dalla gioia allo stupore. Esse non solo sostengono la salute mentale, ma influiscono anche su quella fisica. Naturalmente, la vita comporta anche frustrazioni e momenti negativi, che è altrettanto importante riconoscer, tuttavia cercare di coltivare quante più emozioni piacevoli in modo intenzionale può migliorare l'equilibrio generale. Non servono esperienze straordinarie: bastano piccoli gesti quotidiani, come soffermarsi sulla bellezza di un paesaggio o assaporare un pasto. Sono questi momenti a nutrire la mente nel lungo periodo.
Una piramide alimentare per la mente
Per spiegare il concetto, Dawel è ricorsa nuovamente alla metafora semplice ma efficace della la piramide alimentare. Così come il corpo ha bisogno di nutrienti bilanciati, anche la mente necessita di un "piano alimentare" equilibrato: al vertice ci sono le connessioni sociali, da consumare ogni giorno e in grandi quantità. Al centro, un'ampia varietà di stimoli cognitivi, come imparare nuove competenze, che favoriscono sia la padronanza sia emozioni positive come la curiosità. In fondo alla piramide, come gli zuccheri, vanno collocati i social media, piacevoli a piccole dosi, ma dannosi se in eccesso.

Dewel ha anche identificato il corrispettivo del junk food (il cibo spazzatura che nuoce al corpo) per la salute mentale: sono le fake news, informazioni di scarsa qualità che possono solleticare la curiosità dei ragazzi (molte "bufale" vengono confezionate proprio per parlare alla pancia dei lettori) ma alla fine alimentano solo ansia e confusione. Non essendoci etichette come sugli alimenti, serve dunque insegnare ai ragazzi a distinguere le fonti affidabili, a esercitare il pensiero critico e a confrontare più fonti sullo stesso argomento. Anche in questo caso, gli adulti hanno un ruolo decisivo: dare l'esempio consumando informazioni di qualità.