Perché i bambini spesso dicono ‘no’ anche quando intendono il contrario: la spiegazione dell’esperta

I bambini piccoli sono volubili, talvolta perfino capricciosi e soppesare le loro parole si rivela spesso un'impresa per qualsiasi genitore. Se ne è recentemente accorta Samantha Afran, mamma e content creator della Florida, che dopo aver rivoluzionato l’intera giornata lavorativa per accompagnare il suo figlioletto a un museo per bambini pieno di giochi e attività, alla fatidica domanda "Ti sei divertito?", si è vista sbattere in faccia un secco: "No". Un momento tenero e spiazzante che la madre ha condiviso su TikTok, diventando virale.
Una giornata speciale, ma solo per la mamma
Samantha lavora da casa per un’agenzia di marketing e aveva riprogrammato call e riunioni per portare il suo Ezra – poco più di un anno e mezzo di vita – in un luogo che desiderava visitare da tempo. Il video postato online mostra infatti la donna che riporta il piccolo in braccio verso l'auto. In sovraimpressione si legge: "POV: hai riorganizzato tutta la giornata per portare tuo figlio nel posto che ti ha chiesto per settimane". Poi la domanda, la risposta perentoria, sincera, e l’ironia di Samantha: "Scusa per aver soddisfatto ogni tuo capriccio".

Il "no"esistenziale dei più piccoli
La scena ha suscitato l’immediata empatia di altri genitori. Nei commenti, molti raccontano aneddoti simili, con bambini portati in gita, al cinema o in un parco divertimenti che in seguito alle domande dei genitori liquidano l’esperienza con un "no", magari solo perché un piccolo dettaglio nel corso della giornata non è andato come speravano.
Secondo la dottoressa Deborah Gilboa, medico di famiglia ed esperta di resilienza, non c’è da stupirsi: "I bambini piccoli non hanno lo stesso senso del tempo degli adulti. Vivono il momento presente in modo assoluto", ha spiegato in un'intervista al sito TODAY.com. Questo significa che quando sono stanchi, affamati o infastiditi, quel "no" l’unica espressione che riescono a comunicare.
L’importanza di non prenderla sul personale
Chiedere a un bambino di meno di tre anni se si è divertito non porterà quasi mai a una risposta coerente. Non perché non si siano divertiti, ma perché non sono ancora in grado di valutare e confrontare le emozioni vissute poco prima. Samantha ha infatti raccontato che Ezra sta attraversando la classica fase del "no", che però spesso significa anche "sì", e che occorre gestire con molta pazienza e consapevolezza, magari provando a sottolineare i momenti divertenti proprio mentre stanno accadendo, così da aiutare il figlio a elaborare subito l'esperienza, senza chiedere commenti a posteriori che potrebbero esaurirsi con un istintivo "no" o un laconico cenno del capo.