Perché i bambini mordono e cosa fare per farli smettere

Il morso è un comportamento che può comparire molto presto nello sviluppo di un bambino, già tra i 6 e i 12 mesi, e che tende a essere più frequente prima dei 3 anni. In questa fase, infatti, i piccoli non hanno ancora sviluppato appieno il linguaggio e il controllo degli impulsi, e il mordere diventa uno strumento per esprimere bisogni, emozioni o curiosità che non riescono a comunicare a parole.
Secondo la dottoressa Cristiana Alessia Guido, psicologa e dottoressa di ricerca in Psicologia sociale, dello sviluppo e della ricerca educativa presso l’Università Sapienza di Roma e collaboratrice di ricerca presso il Dipartimento Materno Infantile del Policlinico Umberto I, il fenomeno può avere motivazioni molto diverse: dall’esplorazione sensoriale, alla rabbia o frustrazione che il bambino non sa ancora regolare, fino alla dentizione, che può spingerlo a cercare sollievo mordendo.
Perché i bambini mordono? Le cause
Le ragioni per cui un bambino morde possono essere molteplici. "Può trattarsi di rabbia o frustrazione che il piccolo non riesce a verbalizzare, ma anche di un comportamento esplorativo – spiega la dottoressa Guido – perché il bambino conosce il mondo attraverso i sensi, incluso il gusto". In alcuni casi, la dentizione provoca dolore e porta il bambino a cercare oggetti o persone da mordere per alleviarlo. Non va sottovalutato nemmeno l'aspetto dell’impulsività: i bambini piccoli non hanno ancora imparato a controllare del tutto le proprie reazioni emotive. Per questo un evento improvviso può scatenare un morso come risposta immediata e non mediata dalla riflessione.

Un’altra motivazione può poi essere legato a ciò che lo psicologo e filosofo svizzero Jean Piaget collocava all'interno dello stadio senso motorio, ossia quel periodo dai 0 ai 2 anni in cui il bambino esplora il mondo attraverso i sensi. In quest'ottica, anche i morsi dei piccoli possono essere letti come un tentativo di scoprire ciò che li circonda.
Altre possibili cause possono infine essere il semplice desiderio di attirare l'attenzione ("Se il bambino nota che l’adulto si rivolge a lui proprio quando mette in atto comportamenti così evidenti, è possibile che tenda a ripeterli", osserva l’esperta) o il desiderio di imitare un gesto: un bimbo che ha assistito a un morso tra pari a scuola o all’asilo potrebbe riproporre il comportamento per provarlo o sperimentarne gli effetti.
Perché un bambino si morde da solo?
Esiste anche il caso in cui un bambino non morda gli altri ma se stesso. Si tratta di un comportamento che spesso segnala un livello elevato di stress o di frustrazione. "È quasi un atto autolesionistico – spiega Guido – in cui la rabbia e la tensione non riuscendo a essere rivolte all’esterno si scaricano sul proprio corpo". Mordersi può diventare così una forma rudimentale di auto-regolazione: il bambino cerca di "bloccare" i propri impulsi con un’azione fisica su di sé. Inoltre, nei casi in cui ci sia un legame di attaccamento insicuro con i genitori, il morso può manifestarsi come segnale di ansia o insicurezza. La dottoressa Guido richiama qui anche la teoria dell’attaccamento di John Bowlby, secondo cui comportamenti autodistruttivi o aggressivi verso l’esterno possono indicare un disagio emotivo legato alla relazione con le figure di riferimento.

Come far smettere ai bambini di mordere
Per contenere ed eliminare gradualmente questo comportamento Prima di tutto, la dottoressa Guido consiglia di osservare con attenzione il contesto in cui il morso si verifica: si tratta di rabbia, frustrazione, bisogno di attenzione o semplice fase di dentizione? Nel caso in cui il bambino stia mettendo i denti, può essere utile offrirgli oggetti morbidi o anelli refrigerati pensati apposta per essere morsi.
Fondamentale è evitare punizioni dure o rabbia da parte dell’adulto. "La strategia punitiva è sempre sconsigliata – sottolinea l’esperta – bisogna invece rinforzare il bambino quando riesce a esprimere le emozioni in altro modo". Ad esempio, se il piccolo sostituisce il morso con la frase "Sono arrabbiato", l'adulto dovrebbe elogiare il bimbo con frasi di incoraggiamento che lo aiutino a capire come la comunicazione verbale sia ben più efficace. Un altro consiglio importante riguarda invece i morsi messi in atto per cercare attenzione: in questi casi può essere utile ignorare o quantomeno non dare risalto al comportamento, in modo che il bambino non lo associ a un modo sicuro per ottenere la risposta del genitore.
Infine, se il comportamento di mordere diventa reiterato e difficile da gestire, è bene rivolgersi a uno specialista – pediatra, neuropsichiatra infantile o psicologo – per comprendere meglio le cause e ricevere strategie personalizzate per aiutare il bambino a superare questa fase.