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Perché dopo scuola i bambini spesso sono irritabili e come gestire la situazione

Dopo una giornata a scuola molti bambini, una volta a casa, diventano irritabili e hanno veri e propri crolli emotivi. Non è capriccio, ma il bisogno di liberarsi dalla tensione accumulata. Con accoglienza, routine rassicuranti e momenti di decompressione i genitori possono trasformare lo sfogo in un’occasione di equilibrio e fiducia.
A cura di Niccolò De Rosa
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Per molti genitore la scena è fin troppo familiare: il bambino esce da scuola sorridente, ha passato la giornata in classe rispettando le regole e divertendosi con i compagni, ma non appena mette piede in casa si trasforma, diventa irritabile, irascibile e facile agli sfoghi di pianto. Simili comportamenti non sono però dettati da maleducazione o mancanza di rispetto, ma si tratta di un fenomeno molto comune, che gli esperti definiscono come una specie di "collasso emotivo" post-scolastico e che deve essere gestito con attenzione per evitare di rovinare i pomeriggi in famiglia.

Che cos'è il collasso emotivo

Durante la giornata scolastica i bambini sono chiamati a mantenere un certo controllo: devono concentrarsi, rispettare regole, adattarsi a un ambiente affollato e spesso rumoroso. Un vero e proprio esercizio di autocontrollo che consuma parecchie energie mentali. Per questo volta tornati a casa, dove si sentono al sicuro, il freno che hanno tenuto tirato per ore si allenta e le emozioni traboccano tutte insieme.

Le ragioni dietro il fenomeno sono diverse. Innanzitutto c'è la stanchezza: dopo cinque o sei ore di attenzione continua, il cervello ha bisogno di una pausa. Poi bisogna considerare la pressione sociale: i bambini spendono molte energie nel rispettare regole, aspettative e rapporti con compagni e insegnanti. A tutto questo si aggiunge  poi il sovraccarico sensoriale, tipico degli ambienti scolastici, spesso rumorosi e pieni di stimoli. Infine, bisogna considerare un aspetto più emotivo: a casa, con i genitori, i bambini sanno di poter "far cadere la maschera" senza rischiare rifiuti o ripercussioni.

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Non è da confondere con un capriccio

Per gestire al meglio la situazione è importante distinguere il collasso emotivo da un capriccio. Nel primo caso il bambino non sta cercando di manipolare la situazione, ma sta semplicemente crollando dopo aver resistito tutto il giorno. Per questo punizioni o rimproveri rischiano di essere inutili, se non addirittura dannosi.

La reazione più utile è invece accogliere, non sgridare. In una sezione di domande-risposte della britannica BBC, la psicologa Anisa-Ree Moses ha consigliato di mostrarsi presenti e disponibili, senza giudicare l'emozione, permette al bambino di sentirsi compreso. Offrire uno spazio sicuro in cui sfogarsi è dunque il primo passo. Anche i piccoli gesti fanno però la differenza: un abbraccio silenzioso, uno sguardo rassicurante, un “sono qui con te”. Meglio evitare di tempestarlo di domande o richieste non appena varca la porta di casa.

Un altro aiuto concreto arriva dalla gestione dei bisogni fisici. Spesso i bambini che fanno le bizze hanno semplicemente fame o sete dopo ore di lezione. Offrire subito uno spuntino salutare e un bicchiere d'acqua può attenuare la tensione. Anche il movimento o un'attività rilassante — giocare, leggere, ascoltare musica — aiutano a scaricare la tensione accumulata. Ecco perché è sempre consigliato non programmare troppe attività troppo impegnative subito dopo il rientro. Lasciare al bambino un margine di decompressione prima dei compiti o degli sport pomeridiani gli permette di ricaricare le batterie. Routine semplici e ripetute, come una merenda sempre pronta o un momento di gioco libero, diventano punti di riferimento che trasmettono sicurezza.

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Prevenire è possibile

Con qualche accorgimento, i genitori possono ridurre la probabilità di un crollo. Creare un rituale di ricongiungimento sereno, fatto di sorrisi e pochi gesti essenziali, aiuta a segnare la transizione tra scuola e casa. Preparare uno snack pronto, organizzare uno spazio tranquillo, ridurre le aspettative nelle prime ore del pomeriggio sono piccole strategie che fanno una grande differenza. Infine, è importante ricordare come il collasso emotivo post-scuola non sia un segnale di debolezza o di disobbedienza, ma piuttosto di fiducia. I bambini sanno che a casa possono lasciarsi andare perché lì trovano accoglienza. Per i genitori significa imparare a leggere quei momenti non come una sfida, ma come una richiesta implicita di comprensione. Rispondere con empatia e calma, invece che con punizioni, aiuta a trasformare una crisi in un'occasione di crescita.

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