Partorire dopo i 45 anni aumenta i rischi di complicanze alla nascita: “Informare per fare scelte consapevoli”

Avere figli dopo i 40 anni è una scelta sempre più comune nei Paesi occidentali. L’età media al parto si è alzata in molte società, complici fattori economici, sociali e professionali. Ma cosa comporta, dal punto di vista medico, diventare madri più tardi nella vita? Un nuovo studio condotto in Svezia, su oltre 300.000 nascite, ha cercato di rispondere a questa domanda, focalizzandosi sui rischi per i bambini nati da donne con più di 34 anni. I risultati, pubblicati sulla rivista Acta Paediatrica, offrono uno sguardo dettagliato sulla salute neonatale in relazione all’età materna avanzata, mostrando come l'innalzarsi dell'età del primo figlio sia un evento caratterizzante della società moderna, che tuttavia deve essere adeguatamente supportato da percorsi clinici e informativi adeguati.
Una tendenza in crescita
In Svezia, nel 2022, quasi il 5 per cento delle donne che hanno partorito aveva 40 anni o più. Questo dato riflette una tendenza diffusa anche in molti altri Paesi, dove la maternità viene sempre più spesso rimandata per molteplici ragioni: necessità di raggiungere una certa stabilità lavorativa, ricerca di una maggiore sicurezza economica, percorsi formativi più lunghi, ma anche un crescente accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita. Tuttavia, questa scelta comporta anche maggiori attenzioni dal punto di vista medico.
Complicazioni rare, ma in aumento con l’età
I ricercatori dell’Agenzia svedese per la salute e il benessere hanno esaminato i dati del Registro nazionale delle nascite, prendendo in considerazione oltre 312.000 bambini nati tra il 2010 e il 2022 da madri sopra i 34 anni. I dati riguardavano solo gravidanze singole a partire dalla 22esima settimana. Le donne sono state suddivise in tre fasce d’età: 35–39 anni (gruppo di riferimento), 40–44 anni e 45 anni e oltre.

Sofia Voss, autrice principale dello studio, ha sottolineato che, in generale, in Svezia le complicazioni gravi alla nascita sono rare. Tuttavia, l’età materna avanzata si associa a un aumento del rischio di alcuni eventi critici, come la nascita prematura, la morte intrauterina, il basso peso alla nascita rispetto alla durata della gravidanza e l’ipoglicemia neonatale. Ad esempio, i casi di parto prematuro sembrano crescere di pari passo con l’età della madre: dal 4,8 per cento nelle donne di 35–39 anni si passa al 6,1 per cento tra i 40–44 anni e all’8,4 per cento per le over 45. Anche la percentuale di nati morti, pur rimanendo bassa, raddoppia: 0,42% nel gruppo di riferimento contro 0,83% tra le madri con più di 45 anni.
Oltre i confronti tra giovani e anziane
Una novità importante di questa ricerca è il focus interno al gruppo delle madri "più anziane". Mentre studi precedenti confrontavano soprattutto donne giovani e over 35, questo lavoro ha suddiviso con maggiore precisione le fasce d’età, offrendo un quadro più dettagliato. "In questo modo possiamo fornire informazioni più mirate a chi sta pianificando una gravidanza", ha spiegato Voss. L’obiettivo della ricerca non è dunque quello di allarmare, ma aiutare le donne a prendere decisioni informate, sapendo che i rischi aumentano gradualmente con l’età.
Lo studio ha infatti sottolineato la necessità di accompagnare l’aumento delle gravidanze in età avanzata con adeguate strategie di informazione e monitoraggio. Conoscere i rischi non significa sconsigliare la maternità tardiva, ma rendere più efficace la prevenzione. Controlli più attenti, interventi tempestivi e supporto personalizzato possono fare la differenza per la salute di madre e figlio.