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Nel Regno Unito i padri si stanno preparando a scioperare per un congedo parentale equo: “Basta disuguaglianze”

Il Regno Unito si prepara a uno sciopero nazionale dei padri per chiedere un congedo di paternità più equo. A promuoverlo è il gruppo The Dad Shift, che denuncia un sistema tra i peggiori d’Europa e responsabile di gravi squilibri familiari. I papà scenderanno in piazza l’11 giugno per chiedere riforme concrete per supportare non solo i genitori, ma soprattutto i loro figli.
A cura di Niccolò De Rosa
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I padri del Regno Unito stanno organizzando uno sciopero nazionale che andrà in scena il prossimo 11 giugno a Londra per protestare contro il congedo parentale obbligatorio attualmente in vigore nel Paese e additato come il "meno generoso" d'Europa. L'evento, il primo di questo genere sul suolo britannico, è stato organizzato da The Dad Shift, un'associazione di attivisti inglesi che da qualche tempo ha iniziato a organizzare campagne di sensibilizzazione e proteste come quella tenutasi lo scorso settembre, quando alcuni gruppi papà hanno rivestito alcune statue delle principali città del regno Unito con vistose fasce porta-bebè.

Secondo quanto riportato dai media d'Oltremanica, lo sciopero si terrà fuori dal Dipartimento per il Commercio e l'Impresa a Londra, dove i papà scesi in piazza sfileranno insieme ai propri figli per chiedere nuove politiche familiari in grado di andare incontro non solo ai bisogni dei padri, ma anche alle necessità di tutto il nucleo familiare e, ovviamente, degli stessi bambini.

Un sistema che penalizza i padri (e le madri)

Nel Regno Unito, i padri che hanno diritto al congedo parentale possono usufruire solo di due settimane retribuite a meno della metà del salario minimo, con circa 184,03 sterline a settimana, circa 215 euro. Una cifra insufficiente per molte famiglie, tanto che numerosi padri rinunciano del tutto a prendersi questo tempo. Secondo George Gabriel, portavoce di The Dad Shift, un sistema del genere costringe i papà a scegliere tra la necessità di mantenere economicamente la famiglia e quella – spesso irrealizzabile – di essere presenti nei primi, fondamentali mesi di vita del figlio.

Immagine di repertorio
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Una ricerca condotta dallo stesso gruppo ha infatti evidenziato il divario di tempo passato con i bambini tra madri e padri nel primo anno di vita: i papà trascorrono in media 1.403 ore svegli con i loro figli, contro le 3.293 delle madri. Un divario che, secondo gli attivisti, rafforza gli stereotipi di genere e impone alle donne il peso maggiore della cura sin dall'inizio.

Regole inadeguate, promesse disattese

Stando alle posizioni comunicate dall'associazione, il malcontento è aumentato quando si è scoperto che il tanto atteso diritto al congedo di paternità promesso dal governo laburista non includerà l’obbligo di retribuzione statale. Una scelta che, secondo molti, rappresenta un tradimento nei confronti dei padri lavoratori. "Il Regno Unito ha uno dei sistemi più poveri d’Europa", ricorda Gabriel. Con solo l'1,9 percento della spesa pubblica destinata ai congedi parentali investito sul congedo di paternità, il Paese si piazza al 40° posto su 43 nella classifica dell’OCSE.

Come ulteriore prova delle disuguaglianze quotidiane che un congedo tanto antiquato sembra comportare, The Dad Shift ha anche pubblicato i risultati di un sondaggio che ha rivelato come in uno dei Paesi che da decenni si fa vanto di essere tra i principali alfieri della modernità, nella maggior parte delle famiglie siano ancora le madri a occuparsi di portare e prendere i figli da scuola. Questo accade nonostante l’86% degli intervistati affermi che la genitorialità condivisa sia il modello preferibile.

Il prezzo dell’assenza

A supporto delle disuguaglianze che tale situazione comporta vi sono anche i dati di un sondaggio commissionato da The Dad Shift che mostrano che nella maggior parte delle famiglie sono ancora le madri a occuparsi di portare e prendere i figli da scuola. Questo accade nonostante l’86% degli intervistati affermi che la genitorialità condivisa sia il modello preferibile.

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L’impatto sulla vita dei padri, infatti, non è solo economico, ma anche emotivo. Quasi due terzi degli uomini con figli piccoli hanno dichiarato come il loro più grande rimpianto sia non aver trascorso abbastanza tempo con i bambini nel primo anno. La testimonianza di Marvyn Harrison, padre freelance di due figli, è emblematica: "Sono dovuto tornare al lavoro due settimane dopo la nascita del mio primo figlio. Ero ancora privato del sonno, ancora incerto su come tenerlo in braccio, e costretto a lasciare la mia compagna nel momento più difficile", ha raccontato Harrison alla stampa.

Secondo il Fatherhood Institute, un congedo di paternità adeguatamente retribuito – almeno sei settimane ben pagate nel primo anno – sarebbe pertanto un passo fondamentale per invertire la rotta. Attualmente, però, un padre con uno stipendio medio che sceglie di prendersi due settimane di congedo perde oltre mille sterline.

Come funziona il congedo parentale in Italia

Nel nostro Paese la situazione appare leggermente migliore rispetto a quella d'Oltremanica, anche se il modello italiano rimane lontano dagli esempi virtuosi svedesi (480 giorni di congedo retribuito, di cui 90 riservati alla madre e 90 al padre) e spagnoli (16 settimane per ciascun genitore). In Italia infatti i padri possono contare su un congedo obbligatorio di 10 giorni, fruibile dai due mesi precedenti alla data presunta del parto ai cinque successivi alla nascita. A questo si aggiunge anche un congedo parentale volontario che spetta a entrambi i genitori lavoratori (dipendenti) per un periodo complessivo di dieci mesi, che diventano undici se il padre lavoratore si astiene dal lavoro per un periodo, continuativo o frammentato, di almeno tre mesi. I periodi di congedo parentale possono essere fruiti dai genitori anche contemporaneamente, e sono retribuiti al 30 percento dell'ultima busta paga, tranne i primi due, che sono indennizzati all'80 percento.

Come dimostrato nel tempo da numerose indagini però, nonostante un'impennata registrata nel 2024, il divario tra i compiti di cura tra padri e madri resta ampio. Anzi, come recentemente riportato dal report stilato dall'INSP in collaborazione con Save The Children, il 35 percento dei padri ancora oggi non vuole (o non riesce) a sfruttare nemmeno il congedo obbligatorio di 10 giorni.

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