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Mangiare troppa frutta espone i bambini a eccessi di zucchero? La spiegazione dell’esperto di nutrizione

Troppa frutta fa male ai bambini? Nick Fuller, ricercatore dell’Università di Sydney, chiarisce il dubbio: gli zuccheri naturali della frutta non sono un rischio, anzi proteggono da obesità e diabete: “A fare male sono gli zuccheri aggiunti nascosti nei cibi industriali”.
A cura di Niccolò De Rosa
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Da decenni medici e nutrizionisti ci dicono che per favorire una crescita sana, i bambini dovrebbero seguire una dieta equilibrata, varia e, soprattutto, ricca di frutta e verdura. Complice il recente successo del movimento "sugar-free" che demonizza il consumo di zucchero in ogni sua forma, oggigiorno alcuni genitori temono però che mangiare troppa frutta possa esporre i più piccoli a un eccesso di glucosio, con conseguenze per la salute dei più piccoli. A fare chiarezza sulla questione è però intervenuto Nick Fuller, Direttore delle sperimentazioni cliniche del Dipartimento di endocrinologia del Royal Prince Alfred Hospital dell’Università di Sydney, che in un articolo pubblicato su The Conversation ha analizzato rischi e benefici, sfatando i falsi miti che circondano l’alimentazione dei bambini.

Zuccheri naturali e zuccheri aggiunti: la differenza che conta

Secondo Fuller, ricercatore esperto di disturbi legati al peso e malattie metaboliche, il vero nodo non è lo zucchero in sé, ma la sua origine. La frutta contiene zuccheri naturali, accompagnati da fibre, vitamine e minerali fondamentali per la crescita. "Banane, frutti di bosco, mandarini, mele e mango: tutti i frutti vanno bene", ha spiegato l'esperto. Oltre a fornire energia, la frutta garantisce un apporto prezioso di vitamina A, C, E, acido folico, magnesio e zinco.

Ben diverso il discorso per gli zuccheri aggiunti, ossia quegli zuccheri raffinati che vengono utilizzate per migliorare il sapore dei prodotti e che sono presenti in cibi e bevande ultra-processaticome merendine, bibite gassate, snack e barrette confezionate. Questi apportano solo calorie "vuote", senza alcun beneficio nutrizionale.

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Frutta, peso e rischio diabete

Un altro timore diffuso riguarda il legame tra zucchero e diabete. Fuller chiarisce che non esistono prove scientifiche che lo zucchero, di per sé, causi la malattia. Il diabete di tipo 1 è una patologia autoimmune indipendente dall’alimentazione, mentre il tipo 2 è correlato al sovrappeso e a un’alimentazione squilibrata. Le ricerche, anzi, dimostrano l’opposto: i bambini che consumano più frutta hanno meno grasso addominale e riducono il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Uno studio del 2021 citato da Fuller ha infatti rilevato che chi mangia almeno 1,5 porzioni di frutta al giorno presenta un rischio inferiore del 36% di contrarre tale malattia cronica rispetto ai coetanei che ne consumano poca.

Quando gli zuccheri diventano un problema

Il vero rischio, sottolinea l’esperto, arriva invece da un'alimentazione ricca di cibi confezionati, che spesso sostituiscono frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre. Questi prodotti, poveri di nutrienti e ricchi di zuccheri aggiunti, vengono spesso pubblicizzati come accettabili – e più appetitose –  alternative agli ingredienti più sani (si pensi alla maggior parte dei succhi di frutta) e occupano un posto eccessivo nella dieta quotidiana dei più piccoli. Un modello alimentare che, ribadisce Fuller, può portare a carenze nutrizionali e compromettere la crescita.

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Quanta frutta dare ai bambini?

Per Fuller non c'è dunque bisogno di limitare il consumo di frutta fresca: "Dategliene in abbondanza: è nutriente, saziante e riduce la voglia di snack confezionati". L’unica cautela riguarda i succhi e la frutta secca: i primi perdono gran parte della fibra durante la spremitura, mentre la seconda, privata dell’acqua, è facile da consumare in eccesso. Le linee guida attuali suggeriscono mezza porzione al giorno tra 1 e 2 anni, una porzione tra i 2 e i 3 anni, una e mezza dai 4 agli 8 anni e due porzioni dai 9 anni in su. Indicazioni, però, che secondo Fuller andrebbero aggiornate alla luce delle nuove evidenze scientifiche.

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