Madre sceglie di crescere la figlia come se fosse nel 2000: “Passeggiate, shopping e pochissimo cellulare”

Nel pieno di un’epoca dominata da schermi sempre accesi, social network e agende familiari fitte di impegni, Erin Celletti, scrittrice newyorkese, ha deciso di compiere una scelta controcorrente. Sul sito The Everymom, l'autrice ha raccontato di aver scelto di educare la figlia di quasi sette anni seguendo ritmi e abitudini tipiche dei primi anni Duemila. Non un rifiuto delle comodità tecnologiche di oggi, ma la ricerca di un'infanzia più lenta, libera e semplice. "Non si tratta di far finta di vivere in un’altra epoca o di essere diversi dagli altri", scrive, "ma di far sì che la nostra quotidianità assomigli un po’ più al 2003 che al 2025".
Camminare per riconnettersi
Per Celletti, camminare non è solo un modo per spostarsi. Vivendo appena fuori New York, accompagna la figlia a piedi a scuola, in biblioteca, al parco o per un gelato serale. Momenti di insolita "lentezza" che diventano occasioni di dialogo e osservazione, lontani dalla frenesia delle corse in macchina o dalla logica dell’incastro perfetto tra un’attività e l'altra. Un ritmo che ricorda quando, vent’anni fa, non esistevano app di ride sharing per prenotare passaggi e si percorrevano le distanze vicine con le proprie gambe.

Pochi schermi e tanto gioco all’aperto
La presenza della tecnologia in casa Celletti non è negata, ma regolata. Molto spesso la bambina guarda un cartone mentre la madre prepara la cena o si gode la tradizionale serata cinema del venerdì, trasformata in un vero rito con coperte, luci soffuse e cibo a tema. "Negli anni Duemila, guardare la TV era un momento speciale, non un sottofondo quotidiano. Sto cercando di ricreare quella stessa attesa", racconta Celletti.
Approfittando del fatto che agli inizi del Duemila i social network non esistevano – o erano un fenomeno di nicchia –Celletti ha anche colto la palla al balzo per ritardare il più possibile l'ingresso della figlia nelle dinamiche online. "Non vedo alcun beneficio in questo momento", ammette, pur riconoscendo che altri bambini già li frequentano. Al posto di Instagram e TikTok (Facebook ormai è da boomer) ci sono però pomeriggi all’aperto, giochi liberi e uscite con gli amichetti, che restituiscono quella sensazione di infanzia “a cielo aperto” che lei stessa ha vissuto.
Routine scolastiche e tempo libero
Un’altra eredità degli anni Duemila è l'abitudine a svolgere compiti subito dopo scuola, quando la concentrazione è ancora viva. Solo dopo arriva il tempo del gioco, delle uscite o dei pomeriggi in compagnia. Un ordine semplice che, secondo Celletti, libera davvero le ore successive, che possono essere riempite con attività di svago come lo shopping, rigorosamente svolto "in presenza". Tenendosi ben lontana dai siti di e-commerce, la scrittrice porta ancora la figlia al centro commerciale, per sfogliare libri, provare vestiti o mangiare qualche "sgarro" alimentare in uno dei tanti chioschi di street food. Un gesto quasi nostalgico, che però diventa immediatamente un'esperienza condivisa.

Allo stesso modo, le tradizioni familiari scandiscono la settimana: pizza il venerdì sera, colazione speciale il sabato, cena al pub del quartiere il giovedì. "Sono momenti che danno stabilità e diventano i veri ricordi d’infanzia", spiega Celletti.
Tornare al passato per guardare avanti
Tra film, libri e musica dei primi anni Duemila, la famiglia riscopre anche una cultura pop che unisce generazioni e permette di rallentare. Per Erin Celletti la sfida non è competere con la modernità, ma piegarla a misura di bambino: "Credo ci sia valore nel fare un po’ meno, nel lasciare spazio alla noia che spesso porta creatività". Così, mentre il mondo accelera, lei sceglie la via della lentezza, convinta che l’infanzia non debba essere ottimizzata o digitalizzata a ogni costo, ma custodita attraverso momenti semplici, quotidiani e pieni di significato.