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L’educazione finanziaria della madre tiktoker: “I miei figli si pagano da soli i loro sfizi”

Una momfluencer americana ha acceso il dibattito online con una scelta insolita: far pagare ai figli adolescenti snack, cibo d’asporto e acquisti personali con i propri soldi, guadagnati tra paghetta e apparizioni nei suoi video. Un metodo che divide l’opinione pubblica tra chi lo considera un utile insegnamento finanziario e chi lo giudica eccessivamente severo per ragazzi così giovani.
A cura di Niccolò De Rosa
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Immagine di repertorio
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I figli che desiderano qualcosa di extra rispetto all'ordinario, devono comprarlo attingendo ai propri risparmi. È questa la grande convinzione di Jess Roderick, una delle cosiddette momfluencer più seguite su TikTok con oltre 2,5 milioni di follower. In un recente video, la content creator ha raccontato di aver introdotto una regola insolita per i suoi due figli maggiori, di 12 e 14 anni: se desiderano concedersi una merenda o un pasto extra che non coinvolge tutta la famiglia, devono pagarlo con i propri soldi. "Se vogliono un dolce e non lo stiamo prendendo tutti insieme, allora sono loro a coprire la spesa", ha spiegato Roderick.

La logica non vale però soltanto per i biscotti o le caramelle, ma si estende anche alle ordinazioni a domicilio. Se la famiglia decide di cenare insieme ordinando tramite un'app di food delivery, la madre si fa carico del costo. Ma se uno dei ragazzi ha voglia di un panino o di un piatto fuori orario, deve pagarlo di tasca propria. Lo stesso accade con gli acquisti online: piccoli oggetti di arredamento, gadget tecnologici o articoli di svago finiscono nella lista delle spese a carico dei figli. "Non è che non ricevano nulla da me", ha chiarito Roderick, "ma se desiderano qualcosa di specifico, se lo comprano da soli". Un modo, secondo lei, per responsabilizzarli e per evitare che ogni capriccio si trasformi in una spesa familiare.

Da dove arrivano i soldi

Molti follower questo punto molti si sono chiesti come i due adolescenti possano a sostenere queste spese. A dipanare ogni dubbio  ci ha pensato la stessa Roderick è stata pronta, spiegando che i ragazzi possono contare su un piccolo gruzzolo proveniente dalle paghette settimanali e alcuni guadagni derivanti dalla presenza nei video della madre. La momfluencer ha infatti deciso di retribuire i figli quando partecipano ai suoi contenuti, garantendo loro una piccola ma costante entrata. "In realtà probabilmente hanno più soldi della media dei loro coetanei", ha ammesso, sottolineando come questa condizione renda più equo chiedere loro di finanziare i propri sfizi.

@jessica_roderick

This is for my 14 & 12 year olds. I will also clarify they are only in videos if they want to be and we make it a point to have regular discussions about it.

♬ original sound – Jessica Roderick 🌈 ☀️

Reazioni divise

Il video ha raccolto migliaia di commenti e acceso un dibattito che va oltre la singola famiglia. Alcuni hanno lodato la scelta come una lezione preziosa di educazione finanziaria: "Paghi tu i loro bisogni e loro i loro desideri, è un ottimo modo per insegnare disciplina", ha scritto un utente. Altri hanno giudicato il metodo come qualcosa di dettato dal buon senso. Non sono mancate però le critiche, tra chi ha considerato questa politica troppo severa per due ragazzi in età adolescenziale – un periodo in cui le piccole concessioni spesso contano più delle regole – e chi ha invece posto l'accento sul fatto che ragazzi così giovani siano già "invischiati" in dinamiche online di monetizzazione della propria presenza online.

Prepararsi al futuro

Al di là delle polemiche, queste esperienze mettono in luce un tema sempre più discusso: come insegnare ai ragazzi il valore del denaro in un’epoca in cui il consumo è a portata di clic. L’accesso immediato a piattaforme di e-commerce, food delivery e contenuti digitali rende più facile per gli adolescenti spendere, ma più difficile comprendere da dove arrivino davvero i soldi. Introdurre regole precise, anche se severe, è per alcuni genitori un modo per prepararli alla vita adulta, fatta di bollette, budget e priorità. Un insegnamento, ricordano i commentatori, che però può essere raggiunto anche senza obbligare degli adolescenti a preoccupasi di convertire i like in moneta sonante.

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