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L’ansia sociale dei figli è colpa dei genitori? Uno studio analizza il peso delle scelte educative sui ragazzi

Un nuovo studio della University of Georgia rivela come lo stile educativo dei genitori influenzi l’ansia sociale degli adolescenti. Calore e sostegno da parte di mamma e papà riducono il disagio, mentre freddezza e controllo lo amplificano. Le madri, spesso più coinvolte nella cura quotidiana dei figli, possono esercitare un impatto ancora più marcato.
A cura di Niccolò De Rosa
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Crescere non è mai semplice, soprattutto durante l’adolescenza, quando i ragazzi si trovano a fare i conti con cambiamenti fisici, emotivi e sociali che possono generare insicurezza. In questa fase delicata, il timore del giudizio degli altri e la paura di non essere sono sentimenti comuni che, in alcuni casi, possono trasformarsi in un vero e proprio disturbo d'0ansia sociale, capace di ostacolare relazioni, rendimento scolastico e autostima. A pesare su questo equilibrio non ci sono però soltanto le caratteristiche personali, i comportamenti coetanei o l'ambiente esterno, ma anche – e soprattutto – il modo in cui i genitori si relazionano con i propri figli. Un nuovo studio della University of Georgia ha infatti messo in evidenza come lo stile educativo, tanto materno quanto paterno, incida in modo significativo sul livello di ansia sociale degli adolescenti. Un'influenza che può essere positiva, quando passa attraverso sostegno e calore, o negativa, quando prevalgono freddezza e controllo eccessivo.

Come i genitori influiscono sul benessere dei figli

Secondo gli autori della ricerca – pubblicata lo scorso luglio sulla rivista Adolescent Research Review –  calore, sostegno e accettazione da parte di mamma e papà rappresentano un fattore di protezione fondamentale. I ragazzi che percepiscono vicinanza emotiva dai genitori mostrano infatti minori livelli di ansia sociale, a prescindere dal contesto culturale o dall’età. "Far sentire i bambini accettati e validarne le emozioni può essere un modo concreto per aiutare i figli e sostenerli", ha spiegato Cullin Howard, autore principale della ricerca, sottolineando come non si tratti affatto di un effetto marginale, poiché un atteggiamento positivo e accogliente sembra incidere direttamente sulla capacità dei giovani di sentirsi a proprio agio nelle relazioni.

Stili geniotoriali

L'altra faccia della medaglia è rappresentata invece da comportamenti che tendono al rifiuto, alla freddezza o a un eccessivo controllo da parte di madri e padri. Limitare troppo l'autonomia degli adolescenti, imporre regole rigide o ricorrere ai sensi di colpa dei ragazzi per ottenerne una cieca obbedienza sono tutti fattori che riempiono di tensione l'ambiente familiare e accentuano ii sintomi di ansia sociale.

Mamme più presenti, ma il ruolo del padre non è secondario

Secondo l’analisi, l’impatto di queste dinamiche risulta più marcato nel caso delle madri. Il motivo, ipotizzano i ricercatori, potrebbe risiedere nel fatto che, ancora oggi, le donne si fanno carico di una quota maggiore di cura quotidiana dei figli. Così, eventuali atteggiamenti troppo pressanti diventano più evidenti e incidono maggiormente sul benessere dei ragazzi.

Questo non significa che i padri però abbiano un'influenza trascurabile. Al contrario, la presenza di un papà incoraggiante, che dedica tempo ed energie alla relazione, contribuisce a rafforzare la sicurezza dei figli. "Mamme e papà stanno dando contributi abbastanza equi ai sintomi di ansia sociale", ha confermato Howard. "Contano entrambi, anche se in modi diversi".

Il sostegno paterno, se espresso attraverso ascolto e incoraggiamento, può rappresentare un contrappeso importante, capace di rafforzare la resilienza dell’adolescente.

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Il difficile equilibrio tra libertà e regole

Il messaggio della ricerca non è quello di eliminare del tutto i limiti o le regole. L'adolescenza resta un periodo in cui i genitori devono saper orientare i figli, proteggendoli da rischi concreti. La sfida, però, è trovare il giusto equilibrio tra guida e autonomia. "Esiste un livello di controllo appropriato, che sostiene l’autonomia del figlio pur fornendo confini e struttura", sottolinea Howard. "Il problema nasce quando i comportamenti diventano eccessivi, limitando la capacità dei ragazzi di affrontare sfide e di autoregolarsi".

Gli autori dello studio invitano dunque a riflettere sul ruolo educativo dei genitori durante l’adolescenza. In un'età in cui il bisogno di indipendenza cresce insieme alle insicurezze, calore e sostegno sembrano essere le armi più efficaci per ridurre ansia e disagio sociale. Non si tratta di rinunciare al proprio ruolo di guida, ma di modulare regole e aspettative, evitando eccessi di controllo e favorendo, al contrario, la costruzione di fiducia e autonomia. Un compito delicato, che richiede ascolto, equilibrio e la consapevolezza che ogni gesto – sia di madre che di padre – lascia un segno profondo nello sviluppo emotivo dei figli.

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