La negligenza è un abuso invisibile ma che modifica il cervello dei bambini: la scoperta in uno studio

Quando si parla di maltrattamenti sui minori, la mente corre subito a percosse, violenze fisiche o umiliazioni psicologiche. Eppure, la forma più diffusa di abuso non è rumorosa né evidente: è la negligenza, una condizione fatta di assenza di cure, scarsa protezione, mancanza di cibo o di un ambiente sicuro che, secondo le stime internazionali, riguarda tre bambini su quattro coinvolti in casi accertati di abuso. Un male silenzioso, che non lascia lividi sulla pelle ma segni profondi nello sviluppo emotivo e, secondo un nuovo studio giapponese, nella struttura cerebrale stessa dei piccoli.
Un gruppo di studiosi dell'Università di Fukui, coordinati dalla professoressa Akemi Tomoda ha infatti provato a capire in che modo questa forma di abuso – meno visibile e con effetti che spesso emergono dopo parecchio tempo – possa influire sul cervello durante la crescita. I risultati di questa ricerca sono stati pubblicata a luglio sulla rivista Scientific Reports.
Tre aree cerebrali particolarmente colpite
Utilizzando tecniche avanzate di neuroimaging per analizzare il cervello dei bambini trascurati, il team giapponese ha coinvolto 21 minori vittime di negligenza e 106 coetanei in condizioni di sviluppo tipico (ossia cresciuti in condizioni ambientali e familiari che potremmo definire "normali"). Attraverso la diffusion tensor imaging, una tecnica capace di individuare anche alterazioni sottili delle connessioni nervose, gli scienziati hanno confrontato le due popolazioni, rilevando differenze significative.

In particolare, l'analisi ha evidenziato anomalie in tre regioni fondamentali del cervello. La prima è il tratto corticospinale destro, che controlla i movimenti volontari e le abilità motorie. La seconda è il fascicolo longitudinale superiore destro, legato a funzioni cognitive complesse come linguaggio, attenzione ed esecutività. Infine, il cingolo sinistro, una sorta di "ponte" tra i sistemi emotivi e cognitivi, decisivo per la regolazione delle emozioni. Queste modifiche non erano semplici variazioni anatomiche: erano associate a problemi comportamentali e difficoltà di condotta. Come sottolineato dalla professoressa Tomoda, "Anche in assenza di violenza fisica o psicologica, la sola trascuratezza può influenzare profondamente lo sviluppo cerebrale".
Indicatori utili per la prevenzione
L'aspetto più interessate dello studio è che – a detta degli autori – tali alterazioni potrebbero diventare marcatori oggettivi per individuare precocemente i bambini trascurati, ancor prima che manifestino comportamenti problematici. Un passo avanti decisivo, considerando quanto sia difficile riconoscere e documentare i casi di negligenza.

Le patologia delle cure – questo il nome "ufficiale" delle forme di abuso che riguardano le cure dei genitori quando diventano carenti (incuria), incoerenti con l'età o lo stato di sviluppo del bambino (discuria) o eccessive (ipercuria) – sono infatti tipologie di maltrattamento "subdole", difficili da intercettare. Questi risultati potrebbero aprire la strada a interventi più mirati, capaci di affrontare le specifiche sfide di sviluppo dei minori colpiti. In prospettiva, i nuovi indicatori cerebrali potranno essere usati anche per monitorare l'efficacia delle terapie e costruire modelli di sostegno più solidi.
Le conclusioni dello studio non riguardano però solo il mondo scientifico, ma hanno importanti ricadute sociali. Comprendere la negligenza come una forma grave di avversità infantile significa riconoscere la necessità di rafforzare i sistemi di protezione e supporto. Un obiettivo che passa per la formazione dei professionisti, l'aggiornamento delle politiche di tutela e lo sviluppo di strumenti clinici all'avanguardia. Come ricordato da Tomoda, le ricerche "dimostrano che la negligenza non è un male invisibile, ma lascia tracce misurabili nel cervello dei bambini". Una consapevolezza che può contribuire a cambiare prospettiva, offrendo ai più piccoli la possibilità di crescere in ambienti più sicuri e supportivi.