“In Svezia i papà possono davvero fare la loro parte in famiglia”: il parere di una tata in trasferta

Un trasferimento iniziato solo due settimane fa in Svezia, per una donna statunitense, si è trasformato nella conferma che è uno dei Paesi in cui madri e padri possono collaborare al meglio. "Vivere in Svezia mi ha causato non pochi shock culturali, soprattutto riguardanti la paternità".
In 24 anni di vita Emma Hughes, una tata americana, che ne ha parlato dal suo profilo TikTok, ha affermato di non aver mai visto prima così tanti padri a spingere passeggini al parco, come accade invece in un Paese che favorisce davvero una genitorialità condivisa.
"I papà svedesi sono i migliori"
La ventiquattrenne statunitense si è trasferita da poche settimane in Svezia, eppure ha già avuto modo di constatare come le politiche family friendly del Paese siano in grado di consentire agli uomini di partecipare alla vita dei propri figli al pari della compagne.
"Mi sento quasi imbarazzata ma dopo aver fatto la tata per così tanti anni negli Stati Uniti fatico davvero a non stupirmi ogni volta che vedo un uomo spingere un passeggino al parco".
Hughes racconta che nel vedere più padri che madri prendersi cura dei loro bimbi al parco si è accorta di quanti preconcetti popolino la sua mente. Aver lavorato a lungo a contatto con le famiglie americane l'ha portata a convincersi che il ruolo del papà in casa e nella cura dei bambini sia molto meno rilevante di quello delle mamme. "Quando vedo un papà svedese fare ciò che qui è considerato il minimo indispensabile, la mia mente pensa subito che sia straordinario" spiega Hughes affermando che passeggiare il sabato mattina in mezzo a soli papà che spingono le carrozzine le sembra surreale.
La tata ci tiene a precisare che in America ha avuto a che fare con moltissime famiglie e altrettanti bravissimi padri, ma che nessuno dei papà americani, che pensa di fare il massimo per i suoi figli fa anche solo il minimo di ciò che fanno i padri svedesi. "Nel 99% delle famiglie in cui ho lavorato mi sono accorta che sulla mamma ricade in toto il peso fisico e mentale della cura dei bambini, è lei che programma gli appuntamenti dal pediatra, che legge i libri sulla genitorialità, che capisce che è arrivato il momento di acquistare dei vestiti di una taglia più grandi".
Hughes spiega che le è capitato a più riprese di dover istruire i papà su come badare ai loro figli in assenza sua e della mamma, e di aver visto invece in Svezia tornare i papà a casa con la busta della spesa contenente anche i vestiti della giusta taglia dei loro figli, senza averla prima chiesta alle madri.
La Svezia aiuta le famiglie
Lo stupore della tata americana nel vedere i padri svedesi prendersi cura dei loro figli, non deve sbalordire poi tanto, dal momento che in Svezia vengono dati alle famiglie gli strumenti necessari a prendersi cura insieme dei propri figli. Con 480 giorni di congedo parentale retribuito che i genitori svedesi possono dividersi come preferiscono, anche i papà hanno la possibilità di occuparsi dei loro bambini sgravando le madri dall'onere di dover pensare sempre e solo loro ai piccoli.
Il congedo parentale squilibrato che in Italia prevede 5 mesi per la mamma e appena 10 giorni per i papà non permette certo lo stesso. Nel post-partum la mamma è sola, obbligata a prendersi cura per tutto il giorno del suo bambino, mentre il papà torna a lavorare e come ogni anno sottolinea il report di Save The Children sulle mamme equilibriste, la sua solitudine permane anche dopo, quando è obbligata a lasciare il lavoro per badare al suo bambino. "Invece ovunque il minimo indispensabile in una famiglia dovrebbe essere la possibilità da parte del papà di trascorrere del tempo con il suo bambino e individuarne i bisogni, al pari della mamma" ha concluso Hughes alle pagine di Newsweek.