video suggerito
video suggerito

Il caso del bimbo ucciso dalla madre, cosa sono gli incontri protetti che il padre voleva mantenere

La giurista e mediatrice familiare Gioia Saitta spiega a Fanpage.it cosa sono e come funzionano gli incontri protetti che prima della tragedia di Muggiano scandivano il rapporto tra Olena Stasiuk e il figlio.
Intervista a Gioia Saitta
Giurista specializzata in mediazione familiare e criminologia clinica
A cura di Niccolò De Rosa
0 CONDIVISIONI
Immagine

Dietro la drammatica vicenda di Muggia (TS), in cui Olena Stasiuk, 55enne ucraina con precedenti situazioni di disagio mentale, ha ucciso il figlio di nove anni, si nasconde una storia di conflitti, denunce, interventi dei servizi sociali e maltrattamenti. La donna era seguita da tempo dai servizi sociali e, a seguito della burrascosa separazione dal padre del bambino, aveva visto l'affidamento esclusivo del piccolo assegnato al padre.

Per lungo tempo gli incontri tra madre e figlio si erano svolti in modalità protetta, alla presenza di assistenti sociali, ma lo scorso maggio il Tribunale civile di Trieste aveva autorizzato la madre a vedersi con il bambino una volta alla settimana senza la presenza di alcun mediatore. Secondo quanto emerso, l'ex partner non si sentiva sereno nel lasciare il bambino con la madre, e lo stesso piccolo, come risulta da un verbale del 2023, aveva raccontato un episodio in cui la madre aveva tentato di strangolarlo.

Ma cosa sono gli incontri protetti e come funzionano le procedure che regolano l’affidamento dei minori in contesti di separazioni conflittuali o di disagio? Fanpage.it ha intervistato Gioia Saitta, giurista specializzata in mediazione familiare e criminologia clinica, per spiegare il funzionamento dell'iter di affido e degli incontri protetti, strumenti pensati per tutelare i minori nelle separazioni difficili. "Dobbiamo pensare che, come sempre, tutte le questioni che vengono decise e analizzate dal tribunale per i minorenni rispondono a un principio cardine", spiega la giurista, "ossia tutelare l’interesse preminente del minore, garantendo la sua sicurezza psicofisica".

Cosa sono gli incontri protetti

Gli incontri protetti sono dei momenti di incontro tra minore e un genitore (o altro familiare) disposti dall'autorità giudiziaria e che devono svolgersi in presenza di operatori specializzati, come assistenti sociali o psicologi. Tale provvedimento, sottolinea Saitta, permette un "contemperamento di interessi". Da una parte si permette al bambino di mantenere o recuperare (se sospesa in precedenza) la relazione con il genitore, dall'altra ne tutela la sicurezza quando esistono rischi potenziali, come appunto una situazione di disagio psicologico da parte dell'adulto con il quale deve passare del tempo.

Allo stesso tempo, simili incontri realizzato in contesti protetti permettono agli operatori di osservare le dinamiche relazionali e riferirne al giudice attraverso relazioni per il tribunale. Al termine di queste relazioni possono esserci due esiti:

  • Gli operatori riscontrano una evoluzione positiva delle condizioni, quindi cessano gli incontri protetti.
  • Proseguono le criticità e si interrompono del tutto gli incontri con i genitore che non offre sufficienti garanzie di sicurezza per il minore.

Quando vengono disposti gli incontri protetti

"Gli incontri protetti uno strumento necessario quando esiste un potenziale rischio per l'integrità psicofisica del minore ma non si ritiene opportuno interrompere del tutto la relazione col familiare", afferma Saitta. Questa modalità ermette un contatto ma vigilato, dando modo agli operatori di valutare contestualmente la qualità della relazione, la sua recuperabilità e la capacità genitoriale. Può essere disposta, ad esempio, in caso di separazione ad alta conflittualità, qualora ci sia un rifiuto del minore a frequentare il genitore, in caso di sospetti abusi intrafamiliari o di fragilità personali del familiare, come dipendenze o, appunto, disturbi psichiatrici. Gli incontri protetti si dispongono quindi nei casi a rischio ma dove non sia stato ritenuto, ancora, necessario tagliare i rapporti con il minore.

Tornando al caso specifico, Stasiuk in passato era stata sottoposta a un TSO ed era seguita dai servizi sociali. Da qui la decisione del giudice di affidare il bambino al padre e di consentire alla donna solo incontri protetti, in attesa – o nella speranza – di un miglioramento della situazione. Un miglioramento che, almeno secondo la decisione dello scorso maggio, sembrava essersi verificato, tanto che la madre era stata autorizzata di vedere il figlio da sola, nonostante le rimostranze del padre.

Saitta conclude ricordando come anche in un simile contesto l'opinione del minore viene tenuta in considerazione, anche in base alla sua età. Tuttavia se permangono fattori di rischio rilevanti di solito di ritiene necessario mantenere un regime protetto per garantire la sua incolumità psicofisica.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views