Il buon motivo di una madre per non evitare più le chat di classe: “Mio figlio continuava a perdersi le feste”

Carla Hoskins, una madre inglese, temeva che il figlio di cinque anni fosse stato escluso dalle dinamiche di classe. Nonostante i buoni rapporti con i suoi amichetti, il piccolo non veniva mai invitato alle feste, tanto da convincere la donna che gli altri genitori escludessero il bambino di proposito, anche se non riusciva a capirne il motivo. "Pensavo fossero semplicemente dei gran maleducati", ha spiegato la donna in un video destinato a diventare virale su TikTok. La realtà, però, era ben diversa: i compagni del figlio non avevano di punto in bianco deciso di bandirlo dalle feste, ma era Hoskins che non aveva mai voluto entrare nella chat dei genitori dove puntualmente venivano mandati gli inviti a tutta la classe.
L'equivoco degli inviti digitali
A raccontare la curiosa vicenda è stata la stessa Hoskins, la quale ha voluto affidare a un video social il suo "mea colpa" per essersi volontariamente "esiliata" dalle dinamiche di classe. Dopo che il figlio era tornato a casa raccontando dell'ennesimo compleanno nel quale i suoi amici si erano divertiti senza di lui, Hoskins era andata su tutte le furie, scegliendo però di non fare scenate con gli altri genitori per non peggiorare ulteriormente la situazione. Qualche giorno più tardi però, un'altra mamma l'aveva avvicinata chiedendole se per caso avesse ricevuto l'invito alla festa del figlio. Un po' interdetta, Hoskins alla fine è riuscita a capire il problema: tutti gli inviti e le comunicazioni per organizzare eventi tra compagni venivano sempre mandati nella chat di Whatsapp dove erano presenti tutti i genitori. O, meglio, tutti tranne Hoskins, che essendo abituata al vecchio metodo dei bigliettini infilati nello zainetto, non immaginava che le comunicazioni tra genitori fossero ormai tutte spostate sulle chat di gruppo.
Dal cartaceo al digitale
L'uso dei gruppi WhatsApp dei genitori non è certo una novità: da anni chat e app di messaggistica rappresentano il canale principale per scambiarsi informazioni su compiti, uscite o compleanni. Eppure non tutti si trovano a loro agio. Hoskins, che ha anche tre figli più grandi, ha spiegato che fino a pochi anni fa non esisteva questa abitudine: "Con i miei ragazzi più grandi non avevo gruppi WhatsApp. Tutto passava dai biglietti di carta". Così, quando anche per la classe del figlio più piccolo era arrivato il momento di creare una nuova chat di genitori, Hoskins si era rifiutata di entrare nell'ennesimo gruppo affollato di foto, GIF e messaggi inutili: "Non ho bisogno di sapere che un bambino è andato a letto alle dieci perché faceva caldo, o chi oggi ha indossato il maglione", si è giustificata la mamma lamentando il fastidio per le continue notifiche. Quel rifiuto ha però escluso Hoskins – e, di riflesso, il figlio – dalla vita sociale di classe.
Alla fine, però, anche la mamma londinese ha dovuto cedere, pur malvolentieri, per permettere al figlio di non perdere altri compleanni. Oggi Hoskins ha la chat silenziata, ma la controlla periodicamente per assicurarsi di non perdersi nulla di importante, rimpiangendo i bei tempi andati in cui per invitare alle feste si usavano biglietti colorati, molto più creativi e meno invadenti di una notifica push-up.